Lunedì 30 Dicembre 2024

Italicum, mancano le firme. I promotori: "Il referendum non si farà"

ROMA. Il referendum sull'Italicum non si farà perchè non sono state raggiunte le 500mila firme necessarie: a renderlo noto sono Massimo Villone, Alfiero Grandi, Silvia Manderino in una dichiarazione a nome del Comitato promotore. La raccolta delle firme sui due quesiti si è fermata a 420.000 (418.239 per il premio di maggioranza e 422.555 per i capilista bloccati), anche per i tanti «ostacoli» frapposti. «Ora proseguire nell'impegno prioritario contro la "deforma" costituzionale»,annunciano nella dichiarazione. La battaglia prosegue ora con l'attesa del pronunciamento sulla costituzionalità dell'Italicum della Consulta (previsto per il 4 ottobre). Il Comitato denuncia, a questo proposito, «i tentativi di premere sulla Corte, fino ad anticiparne il giudizio, segno evidente del degrado di comportamenti pubblici». Se le 420 mila firme non bastano «per un soffio» per il referendum, sono comunque «uno straordinario risultato della mobilitazione» organizzata dal Comitato nazionale e dai comitati territoriali «avendo un unico, comune, interesse: la rinascita collettiva della democrazia nel Paese». Il Comitato denuncia quindi «gli ostacoli palesi e occulti frapposti alla raccolta delle firme, che nonostante le chiacchiere sul radioso futuro informatico del nostro paese viene fatta secondo modalità che si possono definire ottocentesche», mentre «con l'istituzione delle aree metropolitane i funzionari hanno perso il potere di certificazione che avevano nelle preesistenti province». Per non parlare della «assenza pressochè totale dell'informazione sulla raccolta delle firme e sulle sue ragioni, effetto del prevalente conformismo dettato dai gruppi di potere dominanti nell'informazione e da autocensure che non fanno onore alla categoria. Soprattutto per questo deficit informativo - continua il comunicato - non siamo riusciti a rendere evidente che meccanismi elettorali e modifiche costituzionali non riguardano solo la 'castà. Determinando le scelte politiche e la loro traduzione in regole giuridiche toccano in prospettiva le concrete condizioni di vita delle persone come, ad esempio, l'occupazione, l'istruzione, la salute, le pensioni». Ora, conclude il comunicato, c'è «l'impegno prioritario per la difesa della Costituzione e della democrazia, nel quale dobbiamo spendere tutte le nostre energie nazionali e locali con un secco e forte NO alle deformazioni della Costituzione. Un successo del NO riaprirebbe anche il confronto sulla legge elettorale». La riunione congiunta dei Comitati direttivi per il No alle modifiche della Costituzione e contro l'Italicum, convocata per l'8 luglio, varerà un programma per la campagna elettorale per il referendum costituzionale e per il suo autofinanziamento.

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