PALERMO. Annunciato con squilli di tromba e rulli di tamburo, il piano per introdurre in Sicilia il reddito minimo per i poveri (il cosiddetto reddito di cittadinanza) fa flop al primo appuntamento. Il governo ha disertato la riunione convocata all’Ars in commissione Lavoro. Ufficialmente sia il presidente Crocetta che l’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, sono impegnati in altri appuntamenti istituzionali ma la motivazione non ha convinto il presidente della commissione, Marcello Greco, che non senza polemiche ha rinviato tutto alla prossima settimana. Vicenda complicata, quella della legge per il reddito minimo di inserimento. Cavallo di battaglia dei grillini, il governo ha tentato di introdurlo nella scorsa Finanziaria: prevede la concessione di circa 700 euro ai disoccupati e in generale alle famiglie con meno di 5 mila euro di reddito annuo. Tuttavia la misura è stata stralciata a febbraio dalla Finanziaria perché avrebbe dovuto percorrere un cammino autonomo. Ed è quello che si è tentato di fare in commissione: “La cosa incredibile – commenta Marcello Greco, presidente della commissione e deputato di Sicilia Futura – è che per la quinta volta consecutiva la seduta in commissione è stata disertata dal governo. E a questo punto non mi resta altro che rinviare tutto”. Greco fa presente anche un’altra difficoltà: “In commissione per ora ci sono ben sette disegni di legge sull’argomento, presentati sia dai partiti che dalla giunta. In più il governo la settimana scorsa ha approvato in altro testo. E per questo motivo mi aspettavo che presidente o assessore venissero in commissione per indicare su quale puntare. Invece, niente”. La settimana scorsa, all’indomani della notizia dell’accordo sui 550 milioni di aiuti statali, Crocetta ha fatto approvare in giunta un disegno di legge che modifica un po’ il concetto di reddito minimo di povertà prevedendo un pacchetto di misure da circa 350 milioni che comprendono lavori socialmente utili a fronte di un assegno di solidarietà. Ma anche questa è una misura che non convince nemmeno parte della maggioranza. Per il sottosegretario Simona Vicari (Ncd) ““Tutte le misure a sostegno del reddito e delle fasce deboli vanno sostenute e rilanciate. Servono però misure efficaci, che possano durare nel tempo, concrete. I modelli vecchi, che in altre parti hanno già fallito, non andrebbero replicati. I 350 milioni di fondi europei e nazionali destinati alla Sicilia devono essere destinati alla creazione di nuova occupazione. Preferirei allora – aggiunge Vicari - un grande patto fra le istituzioni, il mondo sindacale, le imprese e le attività commerciali. Con questi fondi è possibile creare almeno 100 mila posti di lavoro. La Sicilia superi le tentazioni dei schemi vecchi, superi la logica assistenziale per puntare allo sviluppo. Si creino condizioni di sicurezza per i giovani e per i cinquantenni fuori dal mercato del lavoro, si lavori per dare garanzie vere e durature e non misure una tantum che si esauriscono in spot”.