ROMA. In via dei Fori Imperiali è stato il giorno dell'orgoglio dei sindaci. "Tutti, di ogni partito e arrivati da ogni regione", assicura il presidente del consiglio nazionale dell'Anci, Enzo Bianco. Ma soprattutto quelli dei Comuni più piccoli, "emozionati". Hanno marciato in 400, nelle loro fasce tricolori, "perché il 2 giugno è la festa di tutti, non solo dei militari". I sindaci in marcia - "spina dorsale di un'Italia orgogliosa", sempre parole di Bianco - sono la novità dell' edizione 2016 della parata per la Festa della Repubblica, in occasione del suo 70° anniversario. Settanta anni durante i quali, ha sottolineato il presidente Mattarella, la Carta Costituzionale è stata "ispirazione e guida lungimirante della rinascita" del Paese e, "da allora, fondamento della democrazia italiana. Quei valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti di ognuno e dei popoli sono, ancora oggi, il fondamento della coesione della nostra società ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell'Europa". Di "unità nazionale" parlano anche i sindaci, che hanno aperto la parata tra gli applausi, ricevuti dal pubblico e ricambiati. "E' la prima volta che veniamo coinvolti, soprattutto noi sindaci di piccole realtà", racconta al termine Aldo Luongo, primo cittadino di Cuccaro Vetere, 581 abitanti in provincia di Salerno. "E' un fatto importante perché anche questo è un momento di unità del Paese, sempre più esposto a spinte che puntano invece ad allontanare e dividere". In tanti hanno risposto all'appello dell'Anci, dice Bianco, sindaco di Catania. "Commossi e orgogliosi, presenti in maniera trasversale per dare una speranza al nostro grande Paese, con una sola parola d'ordine: futuro. I sindaci sono un grande patrimonio dell'Italia che guarda avanti". Sindaci a parte, il copione è stato sostanzialmente quello delle passate edizioni. Primo atto solenne, con Mattarella e tutti i vertici istituzionali (da Grasso a Boldrini, a Renzi, al presidente della Consulta Grossi) l'omaggio al sacello del Milite ignoto, al Vittoriano. A seguire breve "pausa-caffé" per il premier e il presidente del Senato, in un bar lì vicino, e successiva camminata fino alla tribuna presidenziale. Una breve passeggiata segnata, per Renzi, da applausi, selfie, strette di mano e inviti a "non mollare". "Presidente vinci il referendum", gli urla un cittadino. E Renzi: "Eh, dammi una mano". La pioggia, incombente per tutta la mattinata, ha graziato lo sfilamento ma è cominciata a cadere fitta alla fine: Mattarella era appena salito sulla Flaminia scoperta, insieme al ministro Pinotti, e non ha voluto che venisse chiusa la capote fino all' arrivo al Quirinale. Non solo un bagno di folla, per lui. Tremilaseicento i militari e i civili sfilati a due passi dal Colosseo. Grandi applausi al passaggio del drappello degli atleti del Gruppo paralimpico della Difesa: davanti a tutti Gianfranco Paglia, il para' Medaglia d'oro al valor militare, ferito nella battaglia del pastificio a Mogadiscio e da allora, era il '93, costretto su una sedia a rotelle. Applausi per i marò Latorre e Girone, quanto è stata la volta del passaggio di una compagnia del reggimento San Marco: sono rimasti a casa ("evitiamo strumentalizzazioni", aveva detto il Renzi) e lo speaker si è limitato a un laconico: "a loro va il saluto di tutti noi". I due fucilieri di Marina hanno trascorso il 2 giugno con le loro famiglie in Puglia, senza partecipare nemmeno alle cerimonie organizzate a livello locale. La linea è quello del basso profilo. "Buona festa della Repubblica e grazie a chi ci ha sostenuto", si è limitato a dire Girone. Ad assistere alla parata anche gli alunni e i docenti di una cinquantina di scuole, mentre un drappello di bambini ha aspettato al varco il capo dello Stato, alla fine della manifestazione, per srotolargli davanti uno striscione in memoria del "Settantesimo anniversario del voto alle donne". Nel palco presidenziale, con il capo dello Stato - che ha ricordato come la "calorosa partecipazione" dei cittadini alla "sobria" parata sia l'ennesima conferma "dell'affetto del popolo italiano verso le Forze armate" - i vertici istituzionali e molto Governo, con diversi ministri e sottosegretari, mentre nessun big di M5S e Lega è stato avvistato almeno nelle prime file. Del resto il leader del Carroccio Salvini, al presidente Mattarella che oggi ha parlato della "festa di un'Italia migliore", ha replicato secco su Facebook: "Cosa c'è da festeggiare in una Italia invasa e disoccupata? L'Italia sarà migliore quando si libererà di Renzi e dei suoi compari".