
ROMA. «Roberto Saviano è un'icona farlocca». La frase shock del senatore di Ala Vincenzo D'Anna contro lo scrittore simbolo della lotta alla camorra fa alzare la tensione dentro la maggioranza. L'esponente verdiniano che ieri nel corso della trasmissione radiofonica di radiorai 'Un giorno da pecora' aveva attaccato Saviano e la senatrice del Pd Rosa Capacchione arrivando a chiedere che ad «entrambi venisse tolta la scorta», offrono l'occasione alla minoranza Dem di tornare a criticare gli accordi di Renzi con Verdini. Sul piede di guerra anche lo stesso Saviano che sulla sua pagina facebook bolla come «una vergogna» le alleanze siglate dai Dem: «Sono questi gli alleati di Renzi a Roma e di Valeria Valente a Napoli? Sono queste le nuove risorse campane?», domanda lo scrittore.
A rincarare la dose ci pensa poi la stessa Capacchione che fa sapere di aver ricevuto le scuse di Verdini, ma non quelle di D'Anna. L'ex braccio destro del Cavaliere dopo aver chiamato l'esponente Dem per porgerle le scuse e la solidarietà di tutto il gruppo le fa recapitare in Senato un mazzo di orchidee a palazzo Madama. Insieme a Verdini è poi tutto il partito a prendere le distanze dal senatore campano diventato ormai famoso per le sue boutade.
Già ieri sera Luca D'Alessandro, deputato di Ala e tra i più stretti collaboratori di Verdini aveva preso le distanze da D'Anna: «le sue frasi non mi rappresentano», mette in chiaro l'esponente verdiniano. Dopo di lui è una pioggia di prese di distanza volte a isolare lo stesso D'Anna e a chiarire che le sue sono state 'uscitè a titolo personale. Il diretto interessato però non ci sta ad essere travolto da una valanga di critiche ed insieme a due conterranei e colleghi di partito, Pietro Langella e Antonio Milo, va al contrattacco. Con una nota di poche righe i tre senatori liquidano l'intera questione come «inutili polveroni» che «non ci distoglieranno dal perseguire, con tenacia e determinazione, l'affermazione di Ala e di Valeria Valente a Napoli. Tutto il resto è strumentale e marginale».
Le scuse di Verdini e del gruppo di Ala non bastano a placare la bufera. Se il ministro dell'Interno Angelino Alfano mette in chiaro, senza entrare nelle polemiche, che «la scorta a Saviano non è in discussione», il Pd con il capogruppo in Senato Luigi Zanda bolla come «inaccettabili ed inqualificabili le parole del senatore D'Anna».
Ma l'ennesima boutade del verdiniano fa da sponda alla minoranza dem che torna a criticare gli accordi con il leader di Ala:«Delle scuse di Verdini di oggi francamente non sappiamo cosa farcene», sottolineano i senatori Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti e Carlo Pegorer che attaccano: «Non vedere il gigantesco problema politico rappresentato dall'alleanza con Ala e da questi episodi, significa tradire i valori fondativi del Pd».
7 Commenti
freddy
27/05/2016 11:15
Ma dai! Quanta tempesta in un bicchier d'acqua! E la libertà di opinione dove'è finita?
Elen
27/05/2016 13:31
Ha ragione il senatore, ma quanti politici hanno la scorta pur non avendone necessità?
Totonno
27/05/2016 15:04
L'unico a vergognarsi dovrebbe essere saviano che continua a sprecare i soldi dei contribuenti.
roberto1
28/05/2016 08:56
Noto questi tre interventi che mi sembrano concordare. Personalmente mi esprimo in maniera opposta,credo fra l'altro che sia la prima volta che mi capita. Non e' che mi occupi molto di politica certamente seguo come credo tutti i problemi creati dalla criminalita' organizzata e la cronaca nel generale, non conosco le evoluzioni di questo personaggo politico, andare ad attaccare Saviano, e' da irresponsabili, togliere la scorta ad una persona che ha messo la propria vita in gioco per portare alla cronaca ai media le problematiche della camorra e' non comprensibile , chiare mosse di condizionamenti , ogni polemica e' fuor di luogo e inaccettabile
Pippos
28/05/2016 10:16
Le persone che hanno scritto i primi tre messaggi sono i primi che si batterebbero il petto gridando allo scandalo se succedesse qualcosa a Saviano. Lo stato non lo ha protetto! Lo griderebbero forte!
Zoom
28/05/2016 11:02
Solidarietá a Roberto Saviano, che da anni vive sotto scorta per aver avuto il coraggio e la capacitá intellettuale di scrivere un libro come Gomorra.D'Anna dovrebbe chiedere scusa a Saviano che,per dovere di cronaca,coerenza e veritá ha messo a repentaglio la propria vita.Questi personaggi hanno contribuito con il loro voto a riscrivere la costituzione.Sono i nuovi padri costituenti che il Paese si merita?
Mario Rossi
28/05/2016 11:03
..purtroppo il confine tra: antimafia, professionisti dell'antimafia ed "imprenditori" dell'antimafia è sottile. Pertanto il problema non si risolve con un Si o con un No, riguardo all'argomento scorta.
roberto1
28/05/2016 11:32
Mario in effetti indichi bene le diverse categorie ipotizzabili sul fronte dell' Antimafia , io aggiungerei che a parte chi facendo Antimafia c'ha rimesso la vita e sono a migliaia, perché oltre le vittime a tutela rafforzata vanno contati i semplici cittadini che nel loro normale vivere non hanno accettato i condizionamenti mafiosi e chi pur rischiando molto e' riuscito a superare il periodo criticissimo che erano gli anni 90, accanto a questi in effetti negli anni a seguire L'Antimafia spesso e' diventato una sorta di strumento da utilizzare per ottenere consensi e una sorta di armatura di moralita', aggiungo per ultimo che centinaia sono le associazioni antimafia antiraket e antiusura che annualmente nascono in tutta Italia seguendo le relative normative. Comunque il problema non e' l'argomento scorte ma e' se togliere la scorta a Saviano, che ritengo assurdo forse si dovrebbe dare al politico coinvolto ma credo non ne abbia il bisogno