ROMA. Federico Pizzarotti ha il «diritto» di presentare le proprie controdeduzioni alla sospensione dal M5S, e «speriamo possa dimostrare che non ci ha tenuto nascosto l'avviso di garanzia per tre mesi». Lo afferma il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, membro del direttorio del Movimento, in un'intervista al Corriere della Sera in cui sottolinea che sul caso del sindaco di Parma «c'è una procedura in corso. E io non ho alcun potere di decidere sospensioni o espulsioni, quello spetta al garante che è Beppe Grillo. Gli altri partiti mi imputano delle responsabilità perchè sono in cerca di visibilità». Sull'eventualità che la vicenda abbia conseguenze negative alle Amministrative, Di Maio dice di pensare che «ci premierà il fatto di applicare le regole e di non stare attenti a chissà quali strategie per la campagna elettorale nascondendo la polvere sotto il tappeto». Quanto alla possibilità di spaccature all'interno del M5S, «quando si fanno rispettare le regole le spaccature non ci sono. Ci possono essere differenze di opinione e le rispetto», dice. Di Maio difende Grillo dopo le parole sul sindaco musulmano di Londra: «Si tratta di una battuta in uno spettacolo a pagamento: è fuorviante strumentalizzare in chiave politica il suo spettacolo», chiosa. In merito alle polemiche sul suo pranzo all'Ispi, «mi sono sempre confrontato con i think tank italiani e mi dispiace per le polemiche perchè l'Ispi è un istituto prestigioso che è sotto l'egida del ministero degli Esteri e delle Finanze»