ROMA. M5s preme perché la prescrizione vada interrotta con il rinvio a giudizio dell'imputato. «Ma se il Pd volesse proporre di interrompere la prescrizione dopo la sentenza di primo grado potremmo anche votarla». Lo dicono i deputati M5s Alessandro Di Battista e Alfonso Bonafede che aggiungono: «Tutte le altre proposte del Pd, elaborate probabilmente alla luce dell'accordo con Verdini non hanno senso: allungare la prescrizione non ha senso, è un modo che può sempre essere utilizzato per aggirare la giustizia».
«Noi siamo all'opposizione e di fronte a questo nuovo caso del sindaco di Lodi potremmo stare qui ad elencare tutti i casi di esponenti del Pd indagati. Ma questa è una fase nuova: ci proponiamo come alternativa di governo». Lo dice il deputato e componente del direttorio M5s Alessandro Di Battista in occasione della presentazione della «Carta dell'onestà», il pacchetto di norme anticorruzione messo insieme dal M5s e «offerto» al governo. «Noi siamo forti, siamo l'alternativa di governo e siamo anche disposti a trovare un accordo sulla prescrizione» ha aggiunto Di Battista.
Intanto nella maggioranza di Governo non c'è ancora nessun accordo sul capitolo «prescrizione» che dovrebbe venire inserito nella riforma del processo penale. Nonostante gli annunci fatti la settimana scorsa, i relatori del provvedimento, Felice Casson e Giuseppe Cucca (Pd), non presentano il testo unificato che la commissione Giustizia di Palazzo Madama dovrebbe adottare come testo base.
La commissione presieduta da Nico D'Ascola (Ap-Ncd) affronta questioni di ogni tipo: dal reato di depistaggio al contrasto alle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. Ma nulla che riguardi la prescrizione. Il fatto, spiegano alcuni esponenti del centrosinistra, è che si è ancora lontani da un accordo.
Oggi è stata convocata una riunione di maggioranza con il Guardasigilli Andrea Orlando «per fare il punto della situazione». Alla quale, secondo alcuni senatori, potrebbero partecipare anche rappresentati del gruppo Ala considerato ormai a Palazzo Madama «parte integrante della maggioranza». E stasera i vertici di Ncd si vedono per studiare il da farsi. Ma le posizioni al momento sembrano inconciliabili, nonostante dal ministero della Giustizia sembra che siano arrivati «segnali incoraggianti».
Ncd chiede che per affrontare la questione «prescrizione» si parta dal testo della riforma del processo penale approvato dal governo che conteneva solo lo stop dei tempi di prescrizione di due anni per l'appello e di uno per la Cassazione. Mentre il Pd, almeno ufficialmente, punterebbe tutto sul testo licenziato dalla Camera che prevede, grazie all' approvazione di un emendamento della presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti, anche una prescrizione più lunga per reati di corruzione. «Già il testo licenziato dal governo - spiegano in Ncd - lo avevamo considerato frutto di una mediazione».
Poi si decise di togliere il capitolo prescrizione dalla riforma per affrontarlo in un ddl ad hoc che venne approvato da Montecitorio con la «modifica Ferranti» che agli esponenti del partito di Alfano proprio non va giù. Ma adesso, nel testo unificato dei relatori, il Pd «deve tenere conto delle nostre posizioni», insistono nel Nuovo Centrodestra, «anche perchè noi alla Camera quel testo non lo votammo proprio perchè intenzionati a cambiarlo al Senato». Avendo già aumentato le pene per i reati di corruzione, spiegano gli alfaniani, i tempi di prescrizione, di conseguenza, «sono già diventati più lunghi». «E siamo contrari - avvertono - a farli crescere a dismisura». Così, nonostante il testo preveda che questo allungamento dei tempi potrà applicarsi solo ai fatti commessi dopo l'entrata in vigore della riforma, cioè tra anni, il braccio di ferro tra i Dem e Ap-Ncd continua incessante. Facendo sospettare nell'opposizione che, dietro alla disputa sulla riforma che contiene anche la delega al governo per rivedere il sistema delle intercettazioni, si stiano giocando ben altre partite.
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