ROMA. Il Viminale all'attacco sull'Agenda Juncker immigrazione. «Mentre noi - ha sottolineato il capo del Dipartimento Libertà civili ed Immigrazione del ministero dell'Interno, Mario Morcone, in audizione alla commissione Esteri della Camera - abbiamo comunque garantito il rispetto delle regole identificando tutti quelli che sbarcano e realizzando gli hotspot, i Paesi europei non hanno corrisposto alla relocation: siamo a numeri ridicoli rispetto all'obiettivo, con 591 persone trasferite da ottobre contro le 1.600 al mese previste».
Morcone ha parlato di «una serie di strumenti perfidi», messi in atto dai vari Stati per rifiutare l'accoglienza dei profughi arrivati in Italia: «da un lato - ha spiegato - non dando al disponibilità, dall'altro allungando i tempi, rendendo complicate le procedure e ricorrendo ad atteggiamenti che, come cittadino ed europeo, non mi sarei aspettato. Così l'Agenda Juncker non ha portato alcun sollievo».
«Oggi - ha proseguito il prefetto - la partita l'Italia se la gioca sul Migration Compact, con la proposta di intervento in Africa. È importante convincere la Commissione europea che un intervento di sviluppo verso l'Africa è strategico per il nostro continente e per l'Italia che è in prima linea rispetto alle coste africane».
Hanno superato la cifra record di 120 mila gli immigrati ospitati nel sistema di accoglienza italiano. Ad essi vanno aggiunti 13 mila minori non accompagnati. Lo ha detto il capo del Dipartimento Libertà civili ed Immigrazione del ministero dell'Interno, Mario Morcone, in audizione alla commissione Esteri della Camera. L'estate alle porte, ha spiegato il prefetto, «mette oggettivamente preoccupazione. Noi faremo la nostra parte in maniera dignitosa, ma il futuro è abbastanza complicato e anche per un clima interno surriscaldato dalla campagna elettorale e dall'uso strumentale di temi delicati che si riferiscono a persone e andrebbero trattati con maggiore cautela».
Morcone ha quindi rivolto un appello sulla questione minori non accompagnati. «Serve - ha sostenuto - una legge che non può più aspettare. Ci muoviamo con una legge del 2000, ma ora lo scenario è completamente diverso, la situazione va rivista e rivalutata da parte del Parlamento».
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