CATANIA. «Una volta conobbi una persona. Le piaceva Tex, come me. Era Casaleggio. Mi Manca». Lo ha detto Beppe Grillo durante il suo spettacolo "Grillo vs Grillo" a Catania.
Non molliamo e non dobbiamo fermarci. È la parola d'ordine che i vertici del M5S ripetono in continuazione dopo la morte di Gianroberto Casaleggio. A poche settimane dall'addio del fondatore del movimento, il direttorio è tornato a Milano ma, stavolta, per una riunione con Davide. La «prima» ufficiale per il figlio della nuovo capo della Casaleggio Associati nel segno della continuità. In realtà, Casaleggio Jr ha già incontrato più volte i vertici politici pentastellati, partecipando alle riunioni già nel corso dell'ultimo anno.
Questa, però, rappresenta una sorta di debutto ufficiale. L'incontro è servito per pianificare la strategia nel breve periodo (appuntamenti, impegni politici, amministrative) ma soprattutto per fare il punto su quella che tra i cinquestelle viene definita una vera e propria rivoluzione: la progressiva scomparsa del nome di Beppe Grillo (il comico genovese non appare più sul simbolo e in futuro il dominio del blog lascerà spazio al piu generico «blog delle stelle») e l'implementazione di Rousseau (il sistema informatico per la formazione e condivisione delle proposte di legge).
La riunione è stata tenuta riservata il più possibile per desiderio dello stesso Davide che, come il padre, non ama la ribalta mediatica. Ovviamente - raccontano fonti interne - il pensiero di tutti è andato a Gianroberto ma «proprio per onorarlo, ci si è messi subito al lavoro». Non ha partecipato Grillo, impegnato a Catania per una tappa del suo spettacolo, ma già informato da Milano sui contenuti dell'incontro. La riunione - spiegano fonti interne - serve anche per smentire le voci di dissensi interni al direttorio o tra il direttorio e lo stesso Davide. È segno, comunque, che Davide (domenica scorsa al debutto con un contributo firmato sul blog) non ha alcuna intenzione di rimanere in disparte ma intende impegnarsi in prima persona nel M5S.
L'incontro meneghino suggella un «patto» stretto tra vertici politici e staff milanese, fortemente voluto da Gianroberto Casaleggio. E, di fatto, rende più forte lo stesso direttorio all'interno del movimento, legittimandolo davanti a tutti i parlamentari e ai militanti. Si tratta di una presa di posizione che, però, non tutti i pentastellati apprezzano dopo aver confidato che l'avvento di Davide potesse significare un cambiamento nelle gerarchie interne del movimento.
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