ROMA. Al termine di una complessa giornata di contatti e incontri Silvio Berlusconi rinnova piena fiducia nella candidatura di Guido Bertolaso. Una scelta, quella del Cavaliere, confermata in ambienti azzurri e non poco sofferta. Berlusconi aveva infatti sondato in giornata Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per tentare in extremis un accordo su una lista unitaria e senza simboli in appoggio alla Meloni. Proposta rispedita al mittente dalla stessa leader Fdi e da Salvini, intenzionati a contare le forze dei singoli partiti del centrodestra nella Capitale.
All'invito a correre senza bandiere in nome dell'unità del centrodestra - che il capogruppo alla Camera Renato Brunetta vedeva al mattino come l'occasione di «un nuovo predellino» - la leader di Fratelli d'Italia ribatte chiedendo piuttosto il ritiro della candidatura Bertolaso e l'appoggio di Forza Italia alla sua candidatura. Dopo ore di confronto con Guido Bertolaso, Gianni Letta ed Antonio Tajani - a lungo ospiti a Palazzo Grazioli -, dopo contatti continui con Toti, Confalonieri, Ghedini, Romani, Berlusconi conferma il sostegno all'ex capo della protezione civile. Una vittoria del cerchio magico (Rossi, Bergamini, Pascale), che ha sempre spinto in questa direzione.
«Per me la questione è chiusa», gira pagina spiccio Matteo Salvini, prima di un comizio elettorale a Varese. Giorgia Meloni invece, a chi le chiede perchè il Cav insista su Bertolaso, replica delusa: «Non lo so questo. Davvero non lo capisco più, chiedetelo a Berlusconi. Dico per certo che a Roma si arriva al ballottaggio in ogni caso. E una volta che si arriva al ballottaggio vediamo chi vince...».
La questione scotta e non solo nella Capitale. Anche altrove (Torino, Napoli, Bologna e diverse altre città al voto) le liste non sono chiuse, tutto è in altissimo mare. Per questo, davanti all'ultima tentazione del Cavaliere di un nuovo colpo d'ala - 'sacrificare' Bertolaso e cercare l'unità su Alfio Marchini, dopo il no della Meloni alla lista unica - il cerchio magico e diversi consiglieri fanno muro, convinti che ciò provocherebbe ovunque una rottura pesante con Lega e Fdi.
Salvo ulteriori colpi di scena, Berlusconi per ora si attiene agli impegni presi e lo mette nero su bianco, senza negare la tempesta nel partito. «Come abbiamo sempre affermato, noi abbiamo fatto del mantenimento della parola data la regola del nostro impegno politico - proclama in una nota -. Per questo non possiamo accettare che gli accordi pubblicamente assunti vengano disattesi, men che meno per calcoli egoistici di partito. Pur dispiaciuti che a Roma non si sia potuta realizzare l'unità del centrodestra, ribadiamo la nostra convinta scelta e il nostro deciso sostegno a Guido Bertolaso».
Ad oggi Bertolaso viene descritto da Berlusconi come «l'unico tra i candidati sindaci in campo in grado di risollevare la capitale d'Italia dallo stato di degrado in cui si trova dopo anni di cattiva amministrazione: il suo curriculum non permette alcun dubbio al riguardo».
«Non mi mollano, il problema è questo. Non sono io che non mollo, sono gli altri che non mi vogliono mollare», aveva detto fin dal mattino Bertolaso, irridente rispetto ad un possibile ticket con Marchini: «Gli unici ticket che compro sono quelli della metropolitana e dei parcheggi». E a sera, il ringraziamento al Cav via Twitter: «Grazie al presidente Berlusconi per sostenermi sempre con vigore. Ancora più determinato a risollevare Roma».
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