ROMA. «Esprimo vicinanza a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, e confermo l'impegno per risolvere una vertenza che si trascina da troppo tempo». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la celebrazione per il 25 aprile con le associazioni combattentistiche d'arma, svoltasi al Quirinale.
Il Parlamento europeo prova ad aumentare la pressione sulle autorità indiane per giungere rapidamente ad una soluzione sul caso dei due marò italiani. La commissione Petizioni ha deciso di «vagliare nuovamente» la risoluzione approvata nel gennaio 2015 dal Parlamento europeo, nella quale si dava come accertato che i marò avessero sparato contro il peschereccio indiano, e allo stesso tempo ha deciso di scrivere una lettera alle autorità indiane e in particolare all'ambasciatore del Paese presso l'Ue per chiedere una rapida risoluzione del caso. «Ue, India e Italia condividono l'interesse comune di arrivare a una rapida conclusione del caso», ha detto davanti alla commissione Petizioni una rappresentante del Servizio europeo per l'azione esterna.
«Questi cittadini sono stati assistiti molto tardivamente e debolmente dall'Ue. Oggi si deve cambiare registro», ha ribattuto Mario Borghezio (Lega Nord). Massimo Castaldo (M5S) ha chiesto che l'Europa consideri l'ipotesi di non rinnovare l'accordo di libero scambio con l'India se questa non si impegnerà a garantire un «giudizio equo» ai due marò. Andrea Cozzolino (Pd) ha invece proposto un'azione politica volta a sensibilizzare i parlamentari indiani sul caso. La commissione Petizioni ha esaminato il caso accogliendo la petizione presentata da Luigi di Stefano, esperto di analisi giudiziarie che ha studiato i documenti resi pubblici dal Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo, evidenziando le anomalie dalle indagini condotte dalle autorità indiane su Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
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