Lunedì 18 Novembre 2024

Sviluppo Italia, Baccei: "Vogliamo tutelare i lavoratori"

PALERMO. «Occorre trovare una società che  possa accogliere questi dipendenti e che a fronte delle commesse  che ci sono possano lavorare in un'altra società della Regione,  come abbiamo fatto per la valorizzazione immobiliare». Così  l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Baccei, a margine  dell'audizione in commissione Bilancio dell'Ars sulla situazione  di Sviluppo Italia Sicilia, società che la Regione ha deciso di  liquidare.     «In quel caso in finanziaria abbiamo dato la commessa a  un'altra società che è la Sas. La strada migliore è focalizzarsi  sull'utilizzo delle professionalità». Sono 75 i dipendenti di  Sviluppo Italia Sicilia da nove mesi senza stipendio.  In commissione Bilancio dell'Ars  sono emerse le contraddizioni più volte denunciate dai sindacati  e dai lavoratori su Sviluppo Italia Sicilia e l'incapacità  gestionale dell'ex presidente del Cda, oggi commissario  liquidatore. I parlamentari di maggioranza e opposizione hanno  sottolineato che vanno adottate misure per stoppare la  liquidazione». Lo dice il segretario generale della First Cisl  Piero Cucuzza a margine dell'audizione in commissione Bilancio  dell'Ars sulla vicenda di Sviluppo Italia Sicilia, la  partecipata con socio unico la Regione, da ieri in liquidazione. «In particolare è stato rilevato che l'assessorato al Lavoro  ha emanato un avviso senza pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale,  con cui è stata affidata una commessa da 5 milioni di euro a  enti pubblici e privati che riguarda Garanzia Giovani e che  avrebbe potuto salvare la società - aggiunge - Tra l'altro lo  prevedeva anche una delibera di giunta del 2014. Se questa  commessa fosse stata assegnata a Sviluppo Italia Sicilia oggi la  società non sarebbe in liquidazione».      Il sindacato ricorda che «nella finanziaria regionale di  quest'anno a Sviluppo Italia Sicilia sono stati destinati 1,2  milioni di euro». «Non si capisce perchè adesso la Regione  adesso voglia disfarsene. Restiamo in attesa - conclude Cucuzza  - di una nuova convocazione della commissione».

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