Inchiesta petrolio, Renzi: "L'emendamento è una mia idea, se i pm vogliono mi interroghino"
ROMA. "C'è il presidente del Consiglioche è coinvolto se questo è il tema: ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l'idea di sbloccare le opere pubbliche l'abbiamo presa noi per Tempa Rossa, per Pompei, per Bagnoli e per altre opere", quell'emendamento "è roba mia"'. A parlare è il premier Matteo Renzi a 'In mezz'ora a proposito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata e alle dimissioni del ministro Federica Guidi. "Noi - ha detto Renzi - questo Paese lo stiamo talmente cambiando che se i magistrati vogliono mi interroghino non solo su Tempa Rossa ma su quello che vogliono. Io non credo ai complotti dai tempi di Aldo Biscardi, credo che ci sia legittimamente e giustamente una battaglia politica contro di noi da parte di tante persone. Non definirei Grillo e Berlusconi poteri forti, piuttosto pensiero debole e loro cercano giustamente di bloccare questo tentativo di rimetter in piedi l'Italia". E ancora: "A me dà noia quando mettono in discussione la mia onestà, sono un ragazzo di Rignano sull'Arno. Possono dirmi che non sono capace ma non disonesto". "Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento non controlla e verifica gli emendamenti, che ci sta a fare? Non è l'emendamento in sé il problema ma se qualcuno commette atti illeciti. Se ci sono opere non vanno bloccate le opere, se qualcuno ruba va bloccato il ladro". Così Renzi ribadendo che nel suo governo "tutti quelli che si trovano ad aver commesso un errore si devono dimettere, io per primo". I pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Potenza "non pensavano" di ascoltare il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nell'ambito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. E' quanto si apprende da ambienti vicini alla Procura dopo la dichiarazione di Renzi.