ROMA. «Il futuro è aumentare la parte di energia rinnovabile», «bisogna preservare l'occupazione settore dell'oil-gas» senza «farsi del male con iniziative come il referendum noTriv». Lo afferma al Quotidiano nazionale, il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti. Quanto al tema delle royalties sui colossi del petrolio, considerate troppo basse dagli ambientalisti, il ministro apre: «Se ne può discutere».
«Non sono affatto preoccupato - dice quindi Galletti sul referendum -. Il quesito referendario non c'entra nulla con Tempa Rossa, qui si parla di trivellazioni in mare e non sulla terraferma». Alla domanda se lui andrà a votare, Galletti replica: «Non ho ancora deciso se andarci. Nel caso, voterò no. La bassa affluenza sarebbe un segnale politico preciso sull'irrilevanza del referendum».
Se dovessero prevalere i 'si«, quando scadranno le concessioni esistenti entro le 12 migliamarine, verranno bloccati diversi investimenti previsti, tra i quali Guendalina (Eni), Gospo e Vega (Edison). Su quali ne sarebbero le ricadute, Galletti è netto: "Ricadute occupazionali pesantissime: si parla di 10mila posti più l'indotto e miliardi di investimenti. Inoltre, bisogna considerare l'effetto a catena su tutto il settore oil-gas dei mancati investimenti futuri o riallocazioni all'estero della produzione".
Gli ambientalisti denunciano i rischi sulla sicurezza dei 135 impianti offshore esistenti ma anche la scarsità di studi sull'impatto sanitario e ambientale. Condivide? "Assolutamente no - replica -. Abbiamo normative sulle piattaforme in mare tra le più stringenti e severe al mondo, abbiamo recepito la direttiva europea su sicurezza e controlli ed esteso il divieto di estrazione alle zone di mare poste entro le 12 miglia marine dal perimetro esterno delle aree protette e costiere. È sbagliato contrapporre ambiente e sviluppo, sono due temi che viaggiano di pari passo".
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