ROMA. Non esclude di ricandidarsi l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino che presenta anche il suo nuovo libro: 'Un marziano a Roma', sulla sua esperienza in Campidoglio. E va all'attacco: "se avessi ascoltato i consigli del Pd sarei in cella". "Se avessi seguito tutti i consigli del Pd forse mi avrebbero messo in cella di isolamento". Così l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino presentando il suo libro nella sede della stampa estera risponde a chi gli chiede se durante il suo mandato non si fosse un po'isolato politicamente. "Credo - ha detto prima della conferenza stampa sul suo libro ai microfoni di Radio Capital - che in questo momento i partiti non hanno più la dignità per esprimere una candidatura in una città come Roma. Spero in un movimento e una mobilitazione civica, non ho detto che mi ricandido, la mia candidatura sarà tema di dibattito nelle prossime ore". Marino ha sostenuto che sono stati fermati i cambiamenti da lui messi in atto, e rimarca di "non aver mai utilizzato denaro pubblico per fini privati". Secondo lui, il Pd avrebbe voluto che emigrasse in Alaska o Nuova Zelanda, "ma sono rimasto a Roma a studiare e scrivere ed incontrare le tante persone che hanno apprezzato il cambiamento radicale che abbiamo portato avanti". "Il Partito democratico nel 2008, chiudendosi in una stanza e scegliendolo, ha voluto candidare Francesco Rutelli - dice -. Allora avevano scelto il candidato sindaco del 1993 che ricorda il secolo passato, adesso hanno scelto il capo della segreteria del candidato sindaco del 1993. Non mi sembra un grande passo avanti". "Il Pd - rivela - avrebbe molto gradito andassi in Alaska o in Nuova Zelanda". E poi le critiche al premier Renzi, accusato di "aver fermato i cambiamenti" voluti dal sindaco "marziano". "Stanno ricomparendo i tavolini abusivi - spiega -, non sono state riparate le strade, non è stato attuato il piano di sostituzione di 192mila lampadine led in tutta la città". E sul "caso papa Francesco", chiosa: "Le sue parole sono state strumentalizzate dalla politica". "Quando sono arrivato - ha detto poi alla presentazione del libro - il debito di Roma aumentava di un milione al giorno. Non immaginavo di trovare questa situazione". Il mio libro un atto d'amore - "Non è né un testamento né una vendetta, è un libro semplicemente. Raccogliere dati, studiarli e archiviarli fa parte dei compiti di un professionista. Nasce come un gesto di amore verso una città, verso i tanti romani e romane per bene. È un'analisi per capire il perché abbiamo tante difficoltà nei trasporti, perché si è permesso che si costruisse in luoghi senza strade e asili, del come si sia arrivati a un tale debito nel 2008. E perché tutto questo deve essere fermato".