PALERMO. Renzi? «Abusivo e illegittimo». I 5stelle? «Fancazzisti, bisogna impedire che si prendano il Paese». Anche perchè nel movimento «si sono infiltrati magistrati di sinistra». La Lega? «Ha commesso un errore grossolano a Roma», anche se lo ritiene un fatto isolato perchè «è fondamentale collaborare per contrastare il Pd e il M5s». Ne ha per tutti Silvio Berlusconi. Uno show, a Palermo, di appena un'ora. Ma che fa presa su quel pezzo nostalgico di centrodestra che sogna il ritorno al passato, quando il Pdl vinceva 61 a zero e la Sicilia era «azzurra». Non ci sono più le mille bandiere sventolanti come a inizio del nuovo millennio ma la fiducia nel carisma del leader sembra intatta. «Questo vecchietto ha deciso di scendere di nuovo in campo», avverte Berlusconi, che parla di programmi e di futuro senza dimenticare il passato «di cui bisogna avere consapevolezza». E oltre andare in Tv e in radio, annuncia «una grande campagna elettorale su Internet: sto studiando». Nel suo programma, assieme alla riduzione delle tasse, c'è il suo cavallo di battaglia: quella riforma della giustizia che quando era a Palazzo Chigi «non ho potuto completare perchè me lo impedirono Fini, Casini e Calderoli secondo i quali sarei rimasto da solo, perchè i magistrati non si potevano toccare». Non pronuncia mai il nome di Renzi, lo chiama «quel signore». «Ha avuto 108 mila voti come sindaco di Firenze, governa con il voto di una parte degli elettori di centrodestra che hanno eletto 60 senatori che ora stanno con lui». Eppure «fa quello che vuole, occupa militarmente tutti i posti: Eni, Poste, Rai e persino Guardia di finanza, esercito e aviazione». E «pretende di cambiare la Costituzione, di eliminare il Senato e modificare la legge elettorale: sta costruendo un regime». Tuttavia, incalza Berlusconi, i sondaggi dei cinque maggiori istituti demoscopici, indicano che «il Pd è al 32%, Renzi è al 30,1% e non dà più nulla al suo partito». E l'appeal dei democratici crollerebbe, «se i vecchi come D'Alema, ora restii a lasciare il Pd per rimanere al caldo, andranno via quando si accorgeranno che non saranno neanche inseriti nelle liste elettorali». In salita invece, per Berlusconi, è il M5s «perchè ora i dirigenti vanno in tv e questa strategia li ha fatti salire in un mese dal 22,6% al 28%. E i sondaggi, nonostante gli scivoloni di Quarto e Alessandria, li danno ancora in crescita». Un «dramma» secondo il leader di Forza Italia, che vede nel movimento di Grillo il competitor politico più pericoloso. Anche perchè «si parla di una forte infiltrazione di magistrati di sinistra nel Movimento 5stelle» e «dobbiamo impedire che il nostro Paese finisca nelle mani di un movimento pauperista e giustizialista», fatto di «persone incapaci, che sanno solo puntare il dito, ma non sanno governare».