ROMA. Nessuna intenzione di far mancare il suo sostegno a Guido Bertolaso, anzi l'intenzione di Silvio Berlusconi è di giocarsi la partita sulla Capitale in prima persona. Un messaggio chiaro inviato a Giorgia Meloni ma soprattutto a Matteo Salvini che mette in discussione la sua leadership, ma contemporaneamente, anche a quanti dentro Forza Italia non nascondo lo scetticismo per la corsa in solitudine. E così proprio per serrare le file ed evitare nuove emorragie che Berlusconi la prossima settimana, forse già martedì, riunirà i gruppi parlamentari mentre la due giornate in Sicilia in programma domani e sabato serviranno al leader azzurro per lanciare altre bordate agli (ex) alleati.
La convinzione del Cavaliere è che l'ex numero uno della Protezione Civile possa avere delle chance di ottenere un risultato migliore rispetto alla leader di Fratelli d'Italia: vi ricordate cosa accadde con la Polverini? - è la domanda che l'ex capo del governo ha rivolto ai suoi fedelissimi - riuscì a vincere nonostante il caos e la mancata presentazione delle liste. Certo, Berlusconi sa perfettamente che i tempi sono cambiati così come il 'pesò dei suoi consensi ma questo non gli impedisce di tentare il tutto per tutto convinto che la presidente di Fratelli d'Italia possa scontare una continuità con Alemanno nonostante la diretta interessata abbia più volte preso le distanze rivendicando come nel suo «partito no ci siano indagati». Meloni e Salvini - è la convinzione poi di Berlusconi - non mirano alla vittoria, a loro va bene essere leader ma sempre di partiti di minoranza che restano all'opposizione.
Che il leader azzurro vada dritto per la sua strada orami è un dato di fatto ma quello che continua ad emergere guardando il centrodestra è la fotografia di una coalizione ormai in frantumi. Dopo la spaccatura su Roma e Torino (Fdi come la Lega non sosterrà il candidato di Fi Osvaldo Napoli) il rischio di un effetto domino è abbastanza scontato nelle altre città chiamate al voto come Bologna, Napoli, Cagliari, Novara e Pordenone solo per citarne alcune. In controtendenza è al momento solo Bolzano dove Lega e Fi hanno trovato un accordo per andare insieme alle elezioni. Ma contro la decisione si scaglia l'azzurra Michaela Biancofiore pronta per la prossima settimana è prevista una nuova riunione del tavolo sulle candidature in cui agli sherpa dei tre partiti è affidato il difficile compito di provare ad individuare dei nomi condivisi. Sulle barricate restano anche gli altri due leader del centrodestra.
Giorgia Meloni mette in chiaro che il suo obiettivo «non è la leadership del centrodestra ma la vittoria di Roma» e ribadisce di essersi candidata perchè «Bertolaso non funzionava». Chi invece non ha paura di mettere in discussione il Cavaliere è il leader della Lega. Il segretario del Carroccio non fa mistero di guardare ad un futuro che va oltre le elezioni amministrative e che non vede più Berlusconi come il perno della coalizione: «Sono grato a Berlusconi per quello che ha fatto e farà ma penso e spero che Forza Italia cambi un pò di classe dirigente».
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