ROMA. Primarie agrodolci per il Pd: a Roma infatti l'affluenza ai gazebo è stata inferiore alle speranze, mentre nelle altre città dove si sceglievano i candidati sindaci la partecipazione è stata decisamente soddisfacente, in alcuni casi superiore alle precedenti primarie. I seggi restano aperti fino a sera, a Roma sino alle 22. A Roma ci sono stati episodi di intolleranza e addirittura di vandalismo verso alcuni seggi. In alcuni gazebo sono stati rubati di notte tavoli e sedie, mentre al circolo Pd di Tor Bella Monaca è stato inserito del silicone nella serratura per impedire l'apertura. A largo Appio Claudio i centri sociali hanno compiuto un blitz con foto di Carminati e Buzzi, protagonisti dell'inchiesta su Mafia Capitale. Ma i gazebo sono stati comunque tutti aperti, come ha sottolineato Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del Partito a Roma. «In un ora ci sono stati più votanti che alle Comunarie» di M5s, ha detto polemico. In tutte le sei città dove si votava (Roma, Napoli, Trieste, Bolzano, Grosseto e Benevento) le operazioni si sono svolte regolarmente. A Napoli erano stati predisposti nei seggi dei Tablet con una app «anti-brogli» per trasmettere i risultati al Comitato organizzatore senza che ci fossero «doppioni», ma in alcuni casi la connessione Internet ha costretto gli scrutatori a tornare alla vecchia cara carta. In ogni caso tutti i concorrenti nelle diverse città hanno parlato di «festa per la democrazia». La «scarsa affluenza», di cui anche Graziano Delrio si era detto preoccupato, non si è verificata, se non a Roma, dove alle 18 i votanti erano tra i 35 e i 40mila. Un dato davvero non eccellente se si pensa che il 7 aprile 2013 si presentarono ai gazebo in 102 mila persone. Bene invece a Napoli, dove alle 19 i votanti erano 23mila, un numero superiore a quello registrato alla fine delle primarie per scegliere il candidato Governatore. Anche a Trieste alle 18 i 5.501 votanti erano superiori ai 4.382 di fine giornata delle precedenti primarie per la scelta del sindaco, nel 2010. Alle 18 a Benevento si era a quota 4.100, a Bolzano erano stati registrati 1.678 persone che hanno votato. Ottimismo anche a Grosseto: 4000 votanti alle 17 con quota 6000 come obiettivo. Ma oltre i numeri, riflettori puntati sui nomi e quelli dei vincitori daranno indicazioni sulla geografia interna del Pd. A Roma il «renziano» Roberto Giachetti si confronta con Roberto Morassut, appoggiato dalla sinistra interna (assai forte nella capitale) e da Goffredo Bettini. A Napoli, Antonio Bassolino, nei cui confronti Renzi non ha nascosto le proprie perplessità, sfida Valeria Valente, dei «giovani turchi», la corrente di Orfini e Andrea Orlando sempre più determinante negli assetti interni. Partita aperta anche a Trieste dove il sindaco uscente Roberto Cosolini viene sfidato dal senatore Francesco Russo, lettiano che ha deciso di scendere in campo solo all'ultimo momento contro il parere di Renzi e Serracchiani che fanno il tifo per Cosolini. Nel capoluogo Giuliano, infatti, uno scrutatore d'eccezione, Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera: anche lui ai banchetti assieme ai militanti.