PALERMO. «Non ho mai mollato Fiumefreddo. Negli ultimi anni non ho ceduto neppure di fronte al rischio di una sfiducia nei miei confronti perchè è chiaro che ieri ho posto la vicenda del salvataggio di Riscossione come tema fondamentale per continuare a dare un senso alla legislatura». Lo dice il governatore Rosario Crocetta.
«Ho temuto che si potesse tornare al passato con il ritorno dei privati, operazioni fortemente a rischio in Sicilia - aggiunge - Mi chiedevano di mollare Fiumefreddo che ho difeso. Negli ultimi due anni ho messo alla guida della società prima Di Salvo e poi Fiumefreddo, caratterialmente diversi ma con personalità in grado di portare una politica di rigore».
La dichiarazione del governatore arriva dopo che ieri l'Assemblea regionale siciliana ha salvato Riscossione Sicilia Spa, la società che recupera i tributi nell'Isola, che è stata ad un passo dall'essere liquidata con la conseguente cessione delle quote della Regione, che detiene il 99,885%, a Equitalia, che attualmente ne controlla lo 0,115%.
Il via libera dell'aula alla norma che ricapitalizza la spa con 13,2 milioni di euro, per ben due volte riscritta dal governo in un estenuante ricerca di consenso trasversale, è arrivato dopo la notizia delle dimissioni di due dei tre consiglieri di amministrazione, decisione che, come prevede lo statuto, ha fatto decadere l'intero Cda, di cui era presidente Antonio Fiumefreddo, l'avvocato finito nel mirino del Parlamento siciliano dopo la pubblicazione nei mesi scorsi sulla stampa dell'elenco dei parlamentari morosi col Fisco.
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