ROMA. Il premier Matteo Renzi punta allo sprint sulle Unioni civili. «La mia proposta è che si chiuda la legge entro la settimana, rapidissimamente, un provvedimento sulle unioni civili al Senato e poi andare immediatamente alla Camera». Lo dice il premier Matteo Renzi a Rtl 102.5. Nel nuovo accordo ci dovrebbe essere lo stralcio della stepchild. «Potrebbe non essere il testo migliore rispetto alle attese di tanti ma potendo scegliere tra il tutto mai e un pezzo oggi è meglio fare subito la legge, altrimenti il rischio è la paralisi, l'ennesima palude in cui come faceva sempre la politica si chiacchiera e si promette e poi non si mantiene». «Il tema delle adozioni è un tema molto complicato, non tutti la pensano allo stesso modo e bisognerebbe metterci un pò di rispetto in più anche per le opinioni degli altri, di tutti, non è un tema in cui uno si alza e pensa di avere la verità in tasca. Chi pensa di avere la verità in tasca gode del mio massimo rispetto, ma sono temi delicati», rispondendo sul tema delle adozioni e sullo stralcio della «stepchild adoption». «Levandomi la giacca del politico e mantenendo quella dell'essere umano, dico che è una dimensione molto toccante. Ma - aggiunge - ci sono opinioni molto diverse anche nel mondo omosessuale. C'è chi dice che è meglio non legiferare in alcuni casi se, con il rischio del voto segreto e con il rischio di mediazioni considerate al ribasso, poi paradossalmente si mettono delle pietre che poi non si possono più rimuovere. In altri termini, in alcuni casi meglio non toccare la legge che toccarla e farla male, poi naturalmente ciascuno ha le proprie opinioni». «Adesso vediamo come va, vediamo se passa la legge. Perchè la preoccupazione più grande è che si continui a giocare sulla pelle delle persone senza portare a casa il risultato. Dopo tanto chiacchierare, come accaduto per tutto il resto, dalla legge elettorale al Jobs act, ho detto ora basta», ha affermato il premier. «Altrimenti il rischio è la paralisi, l'ennesima palude. Non si può continuare a tergiversare e poi non fare niente». «Quello che si può chiudere si chiuda immediatamente. A me fa impazzire - aggiunge - quando gli stessi argomenti tornano ciclicamente dopo anni». «Oggi sul tema delle unioni civili c'è chi punta a non fare niente. Dice che bisogna fare la legge ma poi mette i paletti», sottolinea. «Noi come governo fino alla settimana scorsa ci siam tenuti fuori» dal dibattito sulla legge sulle unioni civili «perchè questa è la classica materia da dibattito parlamentare. La settimana scorsa c'era un accordo tra Pd, Cinque stelle e altri, per votare un emendamento, il cosiddetto canguro Marcucci, che avrebbe chiuso la partita se fosse stato votato. Ma un quarto d'ora prima di votarlo i Cinque stelle hanno cambiato idea e non era la prima volta...», spiega il premier. «Di conseguenza - aggiunge - oggi la questione è: continuiamo a fidarci di chi all'ultimo minuto cambia idea o proviamo a portare a casa ciò che può essere portato a casa, vale a dire il principio di riconoscimento sulla base del sacrosanto articolo 2 che tutti i cittadini sono uguali e quindi se due persone stanno insieme non soltanto hanno dei diritti ma paradossalmente hanno anche dei doveri?».