ROMA. «Per stessa ammissione di alcune associazioni Lgbt che si sono espresse con franchezza, la necessità di approvare la stepchild adoption è intimamente connessa alla possibilità che ne deriverebbe di legittimare il ricorso all'utero in affitto. La questione è quindi molto semplice: o si provvede allo stralcio, o si trasforma la pratica della maternità surrogata in reato universale». Per il ministro
della Salute Beatrice Lorenzin, intervistata dal Mattino, «è tempo di affrontare i veri nodi della Cirinnà. Le forzature non hanno pagato».
«Non possiamo nasconderci che l'adozione del figliastro, così come è stata configurata dalla Cirinnà, apre la strada alla maternità surrogata», afferma Lorenzin, secondo cui «va assolutamente ribadito che il corpo della donna non è un forno da accendere e spegnere a piacimento dove cucinare una torta per altri. Intorno a una pratica vergognosa, che umilia il corpo della donna, sono sorti traffici internazionali che speculano sulla disperazione di chi chiede e di chi offre, per trarre guadagni sulla pelle delle persone. Bisogna levare la voce contro una deriva vergognosa, che trasforma la vita in un supermarket dell'egoismo pieno di aberrazioni come l'abbandono dei bambini imperfetti per contratto».
«L'unico possibile punto di caduta sarebbe quello di rendere l'utero in affitto un reato da legare in modo esplicito a una norma penale che stabilisca un chiaro divieto di adottabilità per il partner unito da Unione del genitore biologico che ha concorso ad attuare la pratica di maternità surrogata», ribadisce Lorenzin.
«La mia proposta non si applica ovviamente ai casi pregressi. I bambini già nati da maternità surrogata sono al sicuro. Ma è importante impedire abusi in futuro». Guardando alla legge 40, «una sanzione amministrativa è un pannicello caldo che non scoraggia affatto i propositi di chi vuole a tutti i costi un figlio. La materia va regolamentata con severità», sottolinea il ministro.
In merito alla memoria depositata dall'Avvocatura dello Stato, «l'ho trovato un parere preoccupante e contrario alle ultime sentenze della Cassazione. Contiene passaggi arditi che non mettono bene a fuoco l'interesse preponderante, che è quello del minore», commenta Lorenzin.
Caricamento commenti
Commenta la notizia