Avanti tutta sulle Unioni Civili: Matteo Renzi, nel suo intervento all'Assemblea del Pd, avanza la sua proposta per uscire dall'impasse sul provvedimento che tornerà in Aula al Senato la prossima settimana. "Siamo ad un bivio - dice -: o auspicare che M5s non abbia la sindrome di Lucy e voti la legge o tentare un accordo di governo con un emendamento su cui sono pronto a mettere la fiducia. Deciderà il gruppo e sono disponibile a partecipare all'assemblea del gruppo da qui a martedì". "Sappiamo - aggiunge - che c'è un tentativo chiaro di riaprire la discussione e non approvare la legge neanche nel corso del prossimo anno. Siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti normativi e regolamentari per impedirlo, con la stessa tenacia della legge elettorale, riforma Pa, lavoro". "A chi immagina sui singoli provvedimenti, vedi i diritti civili o prima le riforme istituzionali, che quando si arriva al momento decisivo si ricatta, sia chi ha condiviso una storia con me sia chi non l'ha condivisa, dico quattro lettere: Ciao. Non si può pensare di fare del Pd il partito in cui si sta solo quando si condivide tutto, si fa uno sforzo di mediazione. Non è pensabile minacciare 'o così o me ne vado'", ha aggiunto Renzi. Il premier accusa, quindi, il M5S di voler fare solo del male al Pd: "Visto com'era la situazione, abbiamo deciso di fare l'accordo con Grillo e i Cinque stelle. Basta farci del male: non ci saremmo mai perdonati di fare quel tentativo. Capisco la sindrome Lucy e Charlie Brown, quella di staccarsi dal padrone all'ultimo minuto. Ma loro hanno l'obiettivo fare il male del Pd, noi abbiamo l'obiettivo di fare il bene dell'Italia. Il sindaco di Livorno ha detto che il Pd deve morire, noi che l'Italia deve vivere". La polemica con Monti - Nel suo intervento, Renzi è tornato anche a polemizzare con l'ex presidente del consiglio, Mario Monti: "In una certa fase - sottolinea - era giusto intervenire in modo strong ma non possiamo pensare che ci sia chi fa la lezioncina senza rendersi conto che è in ballo la partita del nostro futuro e dei nostri figli. Noi abbiamo fatto il jobs act e non gli esodati, l'Expo e non i marò, abbiamo tagliato allo Stato Centrale e non ai Comuni, abbiamo scelto la crescita e non l'austerity, portato flessibilità per 16 mld a chi sosteneva il fiscal compact. Noi siamo la politica e non la tecnica e dobbiamo essere orgogliosi". - La spending review - Arriva anche la replica alle critiche della Corte dei Conti sull'entità della spending review del governo. "Ci dicono - afferma - che non abbiamo fatto spending review. Vi dico solo che Cottarelli aveva proposto 20 mld di tagli, noi ne abbiamo fatti 25. E se tagli 25 miliardi di spesa pubblica è pacifico che il Pil non cresce a sufficienza perché parte viene dalla spesa pubblica". L'Europa - Per il presidente del Consiglio, "oggi la realtà dice che l'Europa è ferma, ha bisogno di essere rimessa in moto e anche dal punto di vista economico ha bisogno di una strategia non semplicemente incentrata sugli egoismi di qualche paese dominante che non riesce ad avere una strategia valida per tutti". Le tasse - "Nell'assemblea di Milano a luglio in piena Expo lanciammo una provocazione sulle tasse, dicemmo che abbassarle è un qualcosa di sinistra - ha aggiunto Renzi - . In Italia se cerchiamo un qualsiasi istituto di sondaggi vediamo che la parola destra è associata ad abbassamento delle tasse, sinistra all'innalzamento delle tasse. Ma è vero il contrario: in Italia il partito delle tasse è la destra, il partito che ha abbassato le tasse è il Pd". Il caso Regeni - Il premier è anche intervenuto sul caso Regeni, il giovane ricercatore italiano morto in Egitto: "Non accetteremo una verità artificiale e raccogliticcia: siamo l'Italia e non accetteremo mai una verità di comodo. Non c'è business o realpolitik che tenga, non è un optional la verità per Giulio". L'omaggio a Valeria Solesin - "Abbiamo scelto di tenere fortemente vivo il ricordo di Valeria Solesin - ha proseguito Renzi - e con Francois Hollande abbiamo deciso di dedicarle il vertice bilaterale annuale tra Italia e Francia che si svolgerà a Venezia quest'anno l'8 marzo, perché Valeria aveva studiato i temi della donna. L'8 marzo ricorderemo i tragici fatti di Parigi e quella ragazza".