PALERMO. In Sicilia soltanto i precari che lavorano da quasi 28 anni negli enti locali sono circa 22 mila. Un numero impressionante che sopravvive grazie alle reiterate proroghe della Regione Siciliana. Infatti, questo personale viene pagato con le somme che mette a disposizione la Regione anno dopo anno.
"L'abuso da precariato pubblico: il caso Sicilia" è il tema del convegno, organizzato dal vice presidente vicario dell'Ars, Antonio Venturino - primo firmatario di due ddl per la stabilizzazione definitiva dei precari fermi in commissione Lavoro - nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni. Al centro della discussione, la legislazione regionale sul precariato pubblico e le proposte legislative che Venturino ha presentato con due disegni di legge ancora fermi da quasi due anni in V Commissione Lavoro dell'Ars. Proposte che vogliono intraprendere un percorso legislativo diverso, tenendo in debita considerazione, l'abuso di utilizzo dei rapporti di lavoro di natura subordinata a tempo determinato nella PA siciliana, il principio di invarianza dei saldi di finanza pubblica e il principio di coordinamento tra la legislazione regionale, con la normativa statale ed europea vigenti.
"La buona politica non può che sostenere la riforma organica del settore e il contributo ordinario e non a tempo determinato - spiega Venturino - in Commissione Lavoro sono fermi due ddl a mia firma che avvierebbero un percorso virtuoso per la risoluzione del problema, senza spese ulteriori per la Regione. Occorre che l'Assemblea regionale, il Governo con il coinvolgimento dello Stato e i sindacati mettano fine una volta per tutte a questo calvario istituzionale di Stato anche per un senso di civiltà, non si può utilizzare il personale per oltre 36 mesi senza incorrere nell'abuso come previsto dalla legislazione europea in materia che vale anche per la Sicilia".
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