ROMA. «Ci danno dei traditori ma non ci hanno fatto ancora votare negare una riga di questa legge che noi sosteniamo. Quello che è assurdo è conquistare dei diritti libertari con dei mezzi autoritari». Si scalda sul naufragio del «canguro» Alberto Airola, senatore del Movimento 5 Stelle, da sempre in prima linea a sostegno della legge sulle unioni civili.
Senatore, il premier Renzi dice che siete traditori...
«Lo dice perché non abbiamo voluto votare un “canguro” che stralcia 500 emendamenti. Per capirci, il canguro è una prassi parlamentare che facendo votare prima alcuni emendamenti ne fa decadere decine o centinaia di altri. Il modo però con cui in questo caso è stato proposto da Marcucci bloccava tutta la legge. Noi abbiamo sempre contrastato questo modo di fare, non possiamo accettarlo per principio, sono strumenti autoritari per stroncare la possibilità di dibattito del Parlamento. Non possiamo essere incoerenti. Se ci fossimo trovati di fronte a una massa immensa di emendamenti, a un ostruzionismo estremo, si poteva anche discutere. Ma non certo di fronte a un numero tutto sommato esiguo di emendamenti. Noi vogliamo che il Parlamento faccia il proprio lavoro, discuta e decida».
Eppure secondo il Partito democratico si è trattato di un voltafaccia.
«Renzi dice che siamo traditori perché ha paura. Ha paura in generale del Parlamento, finora ha condotto l’iter parlamentare usando sempre la fiducia. Ha una maggioranza in frantumi. Usano noi per coprire i problemi loro. Tra l’altro nello specifico di questa legge i numeri ci sono tutti. Noi in commissione abbiamo votato con il Pd».
Quindi voi non volete affossare questa legge?
«Noi ci siamo spesi tantissimo per una legge che non è neanche nostra. Io personalmente mi sono esposto, impegnato. Noi abbiamo presentato zero emendamenti. Occasioni per dimostrare la nostra coerenza su questa legge ce ne sono state e cene saranno tante. Noi siamo una scusa dei problemi altrui. Sono sempre più convinto di far passare questa legge. Insisto: ci danno dei voltagabbana ma non ci hanno fatto ancora votare neanche una riga, hanno solo discusso di procedure e tecnicismi».
Si parla di «rischio Vietnam», di impossibilità di gestire l’iter parlamentare.
«Non è vero. Si potrebbero usare strumenti adeguati già utilizzati in precedenza, e in due giorni ci togliamo questo provvedimento. Noi abbiamo chiesto di votare subito, di lavorare anche nel fine settimana, se serviva, e avremmo approvato la legge senza trucchi. Invece hanno bocciato la nostra proposta e spostato tutto a mercoledì, forse. È una scelta. Dal punto di vista tecnico è gestibilissimo. Ci sono molti precedenti: l’Italicum è stato incardinato addirittura senza relatore, con migliaia di emendamenti. Lo stesso la legge di riforma costituzionale. Peraltro secondo noi violando molte procedure. Eppure il presidente Grasso l’ha gestita. La maggioranza l’ha gestita. I voti segreti fanno paura? Grasso ne ha tagliati moltissimi. E poi per i voti segreti non bisogna temere dal nostro gruppo: per noi sarebbe ancora meglio se tutti i voti fossero palesi. Aggiungo che non è che votando il canguro di Marcucci si risolvano tutti i problemi, restano ancora delle belle trappole. Comunque ci sono tutte le possibilità e tutte le procedure per gestire queste vicende con tranquillità, votando, e arrivando fino in fondo portando in porto la legge».
Perché allora Renzi non lo fa?
«Forse è dei suoi che non si fida. Oppure quella del dibattito parlamentare comunque non è una modalità che a lui fa comodo. La modalità autoritaria di Renzi la conosciamo, a colpi di fiducia, canguro e ghigliottina. Ma io trovo sia assurdo, sia un controsenso conquistare dei diritti libertari con dei mezzi autoritari. Si potrebbe gestire tutto in modo diverso. Si può anche ritirare l’emendamento Marcucci col suo canguro e in cambio trattare una ulteriore riduzione degli emendamenti con Area popolare e gli altri che sono contrari, forse anche la Lega, che ne ha già ritirati migliaia. Ma Renzi ha molta paura».
Non state facendo un favore a chi è contrario a questa legge?
«Io non condivido le idee di Area popolare, Lega, Forza Italia. Anzi, aborro certe argomentazioni. Ma in una democrazia tutti hanno diritto di esprimersi, purché ciò avvenga in un contesto sereno, ordinato, civile. Non ci si può dare dei voltagabbana prima ancora di votare la legge. Noi semplicemente non abbiamo votato a favore di una cattiva pratica che abbiamo sempre contrastato».
Sull’articolo 5, sulla stepchild adoption, Grillo e Casaleggio hanno lasciato libertà di coscienza nel vostro gruppo. Siete divisi?
«Anche per l’articolo 5 abbiamo esplicitato una trentina di voti favorevoli. Non cambierà nulla, neanche con i voti segreti. Ho due colleghi che sono contrari alla stepchild adoption, come hanno già detto. Ma devo dire che ho anche senatori e senatrici che erano titubanti e in questo percorso hanno capito di cosa si stava parlando, non di adozioni ma di tutela dei minori, e si sono convinti».
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