ROMA. «Sto pagando le porcate fatte da certi renziani in guerra che volevano un premietto. Pago le delusioni di chi, e sono tanti, nutriva forti aspettative nell'ultimo rimpasto di governo. Stavano tutti lì ad aspettare una promozione. Chi voleva guidare una commissione, chi avrebbe voluto diventare sottosegretario... E allora sono scattate volgari ripicche, atteggiamenti disgustosi in Aula e fuori». Così la senatrice del Pd Monica Cirinnà, che in due interviste a due quotidiani torna ad attaccare l'M5S. «Si sono rimangiati tutto: non hanno avuto un filo di vergogna, di imbarazzo. Ma che modo di fare politica è? Pure Airola mi aveva spedito un sms, assicurandomi il suo sostegno. Comunque, sia chiaro: io mi prendo tutta la responsabilità di essermi fidata dell'M5S». Dice Cirinnà. Sulla possibilità di ricucire, «io ho un brutto carattere. E se qualcuno mi fa una storta, non gli parlo proprio più». «Giuro sui miei cani che Renzi non mi ha mai detto: 'Monica fermati', anzi mi ha incitato ad andare avanti. Lui, la Boschi, Campana, Scalfarotto. Purtroppo c'è stato il tradimento di colleghi con cui abbiamo lavorato per due anni», prosegue Cirinnà. «Credo che Airola e Buccarella siano stati leali finchè hanno potuto, finchè non è arrivato il diktat notturno di Di Maio. Non c'è nulla di più stalinista di aver costretto Airola a smentire due anni di percorso condiviso. Pur di nuocere al Pd hanno perso l'opportunità di scrivere un pezzo di storia dei diritti umani e civili di questo Paese. Quando ci sono di mezzo i diritti delle persone, il riconoscimento del tuo bambino - sottolinea - il canguro si può anche ingoiare». In merito a una possibile modifica della legge, «Il testo è quello pubblicato sul sito del Senato. Per il Pd, questa è la partita della vita», dice Cirinnà. «Spero che si arrivi fino in fondo ma una cosa è certa: non lascerò che il mio nome sia associato ad una legge porcata».