Lunedì 23 Dicembre 2024

Tagliati fondi a Sicilia e-Servizi, Ingroia: vogliono farci fuori

Antonio Ingroia

PALERMO. La Regione taglia i trasferimenti a Sicilia e-Servizi, società che si occupa di informatica, che di contro impugna al Tar il provvedimento e comunica ai 70 dipendenti circa che gli stipendi di febbraio sono a rischio. Tutto nasce dalla verifica degli uffici dell'Economia sui servizi resi dalle società partecipate. È emerso che affidandosi a una società esterna per il servizio offerto da Sicilia e-Servizi, si pagherebbe 315 euro a persona, contro i 406 circa della partecipata. Tra l'altro l'esecutivo chiede chiarezza sui 3,5 milioni che sarebbero sostenuti per paga re 16 dirigenti a tempo indeterminato. Per cui a fine anno il dirigente dimissionario dell'ufficio informatico, Maurizio Pirillo, ha ridotto da poco più di 7 milioni a cinque milioni e mezzo il trasferimento dei fondi. Scelta ritenuta illegittima dai vertici di Sicilia e-Servizi, guidata da Antonio Ingroia, che ha impugnato il provvedimento ritenendolo tardivo, dal momento che in pratica è arrivato a spese già sostenute. Tra l'altro il taglio interesserà anche il 2016 e in tutto ammonterebbe a circa 7 milioni. Tanto che Ingroia ha comunicato ai circa 60 interinali che lo stipendio di febbraio è a rischio e che i loro con tratti, in scadenza a luglio, difficilmente saranno rinnovati. I vertici societari spiegano pure che «essendo interinali costano un milione in più del dovuto per via del costo dell'agenzia. Abbiamo proposto l' assunzione in base a sentenze dei tribunali ma non siamo stati ascoltati». I lavoratori stanno valutando possibili azioni di protesta e temono che il governo voglia cancellare la società. Una norma della finanziaria prevede che la Regione possa avvalersi anche di altre società per ricevere dei servizi informatici e che l' ufficio informatico della Regione passi alle dipendenze dell' assessorato all'Economia.   La replica di Ingroia. "Sono stufo di leggere falsità sul conto di Sicilia E-Servizi e d'ora in poi querelerò chiunque diffonderà falsità, spesso interessate, su di me e sulla società che amministro, una società che ha avuto un passato opaco ed ingombrante, ma che oggi ha un presente virtuoso". Così Ingroia commenta la notizia dei tagli. "È questo il problema - aggiunge -. A troppi andava bene quel passato, ed ha paura che il presente virtuoso diventi permanente perché certi affari loschi oggi sono impossibili, almeno finché ci sarò io a Siese. E quindi dico ai siciliani: aprite gli occhi e non fatevi fuorviare dalle informazioni false e fuorvianti che circolano". L'amministratore unico di Sicilia E-Servizi stila il suo "elenco delle falsità": 1) È falso che i servizi oggi forniti da Siese costerebbero di meno se affidati a società esterne, mentre è vero il contrario, ed è proprio quello che in molti vogliono per arricchirsi alle spalle dei siciliani. Sono pronto a sfidare chiunque a dimostrare il contrario e a sfidarlo in un pubblico confronto; 2) È falso che le spese di Siese non siano congrue e che questo potrebbe giustificare il mancato riconoscimento delle spese già sostenute da Siese nel 2015 perché la verità è un'altra: la verità è che si vuole coprire un gravissimo debito fuori bilancio della Regione Siciliana dovuto alle scellerate gestioni degli ultimi decenni e di una grave distrazione di quasi due milioni di euro compiuta nel 2015, a nostro danno e a nostra insaputa, dalla burocrazia regionale. Un vero e proprio peculato per distrazione. C'è chi vorrebbe che noi nascondessimo la polvere sotto il tappeto. Ebbene, sappiano che io non lo farò mai, anzi denuncerò in tutte le sedi ogni malefatta della burocrazia e della politica regionale. L'ho già fatto con un ricorso al Tar, ma mi rivolgerò anche alla procura della corte dei conti ed alla procura ordinaria. Ma la verità è che certe falsità ed attacchi a Siese non sono casuali ma fanno parte di un disegno, che parte da lontano, e che ha come obiettivo, da anni, da quando sono stato nominato amministratore unico, di arrestare la mia azione di pulizia, trasparenza e moralizzazione dentro la Regione, e che ha nostalgia dei tempi andati, di quando tutta la Regione, Siese compresa, era un carrozzone mangiasoldi. Qui si vuole affossare la nuova gestione, gettando via (e questo è da irresponsabili) i soldi investiti in tutti questi anni fino ad oggi (e parliamo di circa 300 milioni di euro) per spartirsi nell'ombra e con gli amici degli amici una torta di 400 milioni di euro (e questo è da criminali). Ma per farlo dovranno prima affrontare me e le mie denunce. Ed io non mi fermerò a nessun costo". "So di essere un corpo estraneo rispetto alla burocrazia ed alla politica regionale siciliana che è responsabile di tutto questo - prosegue Ingroia -. So che il problema sono io perché da quando ci sono io qui, le porte di Siese sono rimaste chiuse ai politicanti ed agli affaristi senza scrupoli. E capisco che ora il gioco si fa più grande e più duro perché ci sono in ballo i 400 milioni dei fondi europei della programmazione comunitaria 2014/2020 da investire nel digitale in Sicilia. Ma se mi vogliono abbattere così, a colpi di imboscate, tagli di bilancio ed emendamenti nella finanziaria sappiano che non ci riusciranno in silenzio. Non c'è mai riuscita la mafia con i colletti bianchi suoi complici a piegarmi quando facevo il pm. Figuriamoci se mi fa paura affrontare il sistema di potere politico-burocratico che sta asfissiando la Sicilia! Chi ha iniziato la guerra contro di me, avrà la guerra. Solo che io - conclude l'amministratore unico di Sicilia E-Servizi - uso armi legittime: la legalità, il diritto, la verità è la giustizia. Che alla fine prevalgono. Sempre".

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