PALERMO. Precari, Comuni, ex Province: l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, respinge l’assalto dei deputati. Di fronte alle richieste di aumentare i fondi da trasferire, l’esponente renziano ha chiarito che “i soldi non ci sono e non si può aumentare la spesa” perché in sostanza si rischierebbe di mandare in aria la trattativa con Roma per sbloccare 500 milioni di euro di aiuti. E senza quei soldi la Sicilia fallirebbe.
Trattativa che comunque “sta andando bene” ha chiarito Baccei parlando in commissione Bilancio all’Ars durante la discussione sulla Finanziaria, “per questo non è un ricatto, ma vi chiedo di portare avanti la manovra così come è formulata e posticipiamo gli altri temi”. Dunque, ha ribadito l’assessore all’Economia, “quando proponete maggiori spese, dovete anche trovare i capitoli da cui prenderli. Pip, forestali, Comuni, siete voi a decidere”.
I partiti dovranno arrendersi di fronte a una manovra che prevede tagli per 450 milioni chiesti da Roma. Solo a giugno, ottenuti gli aiuti dal governo nazionale, governo e Ars potranno lavorare a una manovra di assestamento per intervenire nei settori con maggiori difficoltà a cominciare dalle ex Province.
La commissione è stata così sospesa dal presente Vincenzo Vinciullo ed è ripresa sui temi relativi ad ambiente e rifiuti. I deputati potrebbero procedere a oltranza con una maratona notturna, ma in ogni caso l’Aula è fissata per martedì.
Intanto a sostenere Baccei è stato il sottosegretario Davide Faraone, che ha commentato i lavori in Aula: «C'è una fase di transizione da gestire e c'è un bilancio pessimo da rimettere in piedi e Baccei è qui anche per questo. Ma la finanziaria in genere è il trapassato della Sicilia e si discute di temi che non riguardano nè interessano la maggioranza dei cittadini. Non ci sono le nuove generazioni, non ci sono le start up. Si discute sempre di Lsu, di forestali, temi importanti ma che fanno parte del trapassato, e noi invece avremmo bisogno di finanziarie del futuro».
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