ROMA. Cambio di rotta per i cinque stelle sulle unioni civili. Grillo annuncia dal suo blog libertà di coscienza tanto sul nodo della stepchild adoption quanto sul voto finale della legge, nonostante il favore espresso qualche mese fa dalla consultazione rete sul ddl Cirinnà. Il leader si giustifica spiegando che «la decisione è stata presa in seguito alle tante richieste da parte di elettori, iscritti e portavoce M5S». Il nuovo ordine di scuderia apre un fronte interno al movimento, con una spaccatura che emerge nei commenti sul web, e scombussola il precario assetto politico intorno al disegno di legge Matteo Renzi tiene ferma la linea: l'obiettivo del Pd è portare a casa la legge. Sui temi sensibili come la stepchild adoption, dicono al Nazareno, deciderà il voto in aula.
Certamente i dem non hanno apprezzato la svolta dei cinque stelle: i vertici del partito sostengono infatti che il dietrofront di Grillo mira ad affossare l'intera legge. Ad esultare è invece il ministro dell'Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano convinto che ora si possa «riaprire la partita» e che il ddl Cirinnà «potrebbe saltare». Monta però la polemica tra i grillini. Sul blog fioccano i commenti al dietrofront, perlopiù negativi. I parlamentari sono portavoce dei cittadini, non possono votare secondo la loro coscienza, è la critica principale. Su Twitter impazza l'hashtag #dietrofrontM5s. Nasce anche l'hashtag «Io voto sì», sostenuto da almeno una decina di senatori M5S tra i quali Airola, Bottici, Buccarella, Taverna. Quegli stessi che nei giorni scorsi avevano dichiarato il loro sì alle Unioni civili solo in assenza di modifiche sostanziali. La deputata Chiara Di Benedetto definisce l'uscita di Grillo un «patetico tentativo di non spingersi oltre».
La neo posizione grillina viene incassata dal capogruppo del Pd in Senato Luigi Zanda che sottolinea: «la legge si farà», perchè «l'Europa ci invita ad approvarla rapidamente». La prossima settimana Zanda indicherà i temi sui quali il Pd prevede la libertà di coscienza. Sullo stesso piano Loredana De Petris di Sel: «non cambia nulla - sostiene - se la legge non sarà stravolta voteremo con convinzione». Il senatore del Pd Verducci, tra i cosiddetti Giovani turchi avverte, «No a qualunque passo indietro sulla stepchild», sulla stessa linea la minoranza Pd. Idea, il movimento di Quagliariello e Giovanardi, invece chiede che a questo punto il voto sia palese. Mentre Ap arriva a suggerire il ritorno in commissione. Per il leghista Calderoli «i grillini sono i nuovi democristiani».
I giochi sembrano dunque riaprirsi. E il voto segreto in Aula potrebbe riservare più di una sorpresa. Se fino ad oggi i renziani contavano su un vantaggio di voti dato dal fronte 'laicò, ora si teme che l'approvazione diventi a rischio. Si torna così a parlare della proposta di stralciare la stepchild adoption dal ddl, per delegare il governo a riformare la legge sulle adozioni e affrontare dunque in un secondo momento il tema. Nel Pd si lavora per capire quanti voti potrebbero convergere su un emendamento di Pagliari e Del Barba che chiede di rinviare al governo l'intervento sulle adozioni. In alternativa si potrebbe decidere di approvare un ordine del giorno che impegni il Parlamento a intervenire sulla materia. Ma al Nazereno sottolineano che la stepchild adoption ha tuttora il sostegno della maggioranza del partito e che le ipotesi alternative dovranno conquistarsi i voti in aula.
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