ROMA. Anche nei paesi in cui il virus Zika non è presente si corre ai ripari per diminuire i casi importati. Dopo gli avvertimenti di Oms e di varie istituzioni nazionali come il Cdc americano oggi anche il ministero della Salute italiano ha emanato una circolare per mettere in guardia chi viaggia. I consigli, il primo dei quali è evitare le zone colpite se si è in gravidanza o malati cronici gravi saranno affissi sotto forma di poster in tutti i punti di ingresso internazionali. La speranza è di evitare casi come quello di New York, dove fra i sette casi importati confermati dalle autorità statali c'è proprio una donna incinta, l'unica per cui il contagio è veramente pericoloso. «Sebbene l'Oms, al momento, non raccomandi l'applicazione di restrizioni di viaggi e movimenti internazionali verso le aree interessate da trasmissione di virus Zika - si legge nelle raccomandazioni ministeriali - si ritiene opportuno, sulla base di un principio di estrema precauzione: informare tutti i viaggiatori verso le aree interessate da trasmissione diffusa di virus Zika di adottare le misure di protezione individuale per prevenire le punture di zanzara. Consigliare alle donne in gravidanza, e a quelle che stanno cercando una gravidanza, il differimento di viaggi non essenziali verso tali aree. Consigliare ai soggetti affetti da malattie del sistema immunitario o con gravi patologie croniche, il differimento dei viaggi o, quantomeno, una attenta valutazione con il proprio medico prima di intraprendere il viaggio verso tali aree». La nota recepisce anche le raccomandazioni ai donatori già espresse dal Centro Nazionale Sangue, secondo cui è meglio attendere 28 giorni prima di donare se si è stati nei paesi con il virus. La richiesta vale anche per i centri per la fecondazione assistita, dal momento che il virus è stato trovato anche nello sperma. Per chi torna il consiglio è di fare attenzione nei primi 12 giorni a sintomi compatibili con la malattia come febbricola, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, congiuntivite. Dall'altra parte dell'Atlantico intanto c'è preoccupazione nello Stato di New York per una donna incinta, di cui non sono stati rivelati altri dettagli, che ha contratto il virus durante un viaggio, così come altri sei connazionali. In Sudamerica continuano le iniziative per arginare l'avanzata del virus, che l'Oms ieri ha definito 'esplosivà. Il Venezuela, che finora non aveva fornito dati, ha reso noto che sono circa 4700 i casi sospetti, il governo ha annunciato un «piano di azione integrale» contro il virus Zika, concentrato su una zona della capitale e altre 590 zone a rischio sul territorio nazionale. In Cile invece si stanno preparando precauzioni specifiche per l'isola di Pasqua, unica zona a rischio, dove sono previste celebrazioni per il 60esimo anniversario della concessione della cittadinanza agli indigeni locali. In Brasile invece un pool di avvocati si prepara a un ricorso al locale Supremo tribunal federal (Stf, l'equivalente della Corte costituzionale italiana) per difendere il diritto all'aborto, al momento ammesso solo in caso di pericolo di vita della mamma o di stupro, in presenza di microcefalia, la malformazione che sarebbe causata da Zika.