ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il pacchetto di depenalizzazioni che riguarda tra l'altro la guida senza patente e le violazioni delle regole da parte dei soggetti autorizzati alla coltivazione della cannabis per uso terapeutico. L'intervento si compone di due decreti legislativi. Chi sarà trovato, la prima volta, alla guida senza patente o con patente non in regola eviterà il processo penale e pagherà una sanzione tra i 5mila e i 30mila euro: la multa diventa quindi più salata di quella attuale, che va da 2.257 a 9.032 euro.
Inoltre scatterà comunque la confisca del veicolo e in caso di recidiva resta la sanzione penale. Passa da reato a illecito amministrativo anche la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis, ma solo per i soggetti autorizzati a farlo a fini terapeutici: fuori da questa cornice, coltivare cannabis resta reato. Come annunciato, non rientra nel testo la depenalizzazione dell'immigrazione clandestina: sarà trattata in un testo ad hoc.
ECCO COSA PREVEDE IL PACCHETTO
L'obiettivo della riforma varata oggi dal Consiglio dei ministri in materia di depenalizzazione è quello di trasformare alcuni reati in illeciti amministrativi, anche per deflazionare il sistema penale, sostanziale e processuale, e per rendere più effettiva la sanzione. Si ritiene, infatti - spiega il ministero della Giustizia - che rispetto a tali illeciti abbia più forza di prevenzione, generale e speciale, una sanzione certa in tempi rapidi che la minaccia di un processo penale che per il particolare carattere dell'illecito e per i tempi stessi che scandiscono il procedimento penale rischia di causare la mancata sanzione.
Lo schema del decreto riprende le proposte della commissione ministeriale (costituita con D.M. 27 maggio 2014) presieduta dal prof. Francesco Palazzo e si articola in interventi sia sul codice penale che sulle leggi speciali. Sono quindi depenalizzati tutti i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell'ammenda previsti al di fuori del codice penale e una serie di reati presenti invece nel codice penale. Rimangono dentro il sistema penale, e quindi esclusi dal provvedimento, i reati che pur prevedendo la sola pena della multa o dell'ammenda attengono alla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente territorio e paesaggio, sicurezza pubblica, giochi d'azzardo e scommesse, armi, elezioni e finanziamento ai partiti.
Le cornici edittali delle nuove sanzioni amministrative saranno cosi determinate: sanzione amministrativa da 5.000 a 10.000 euro per le contravvenzioni punite con l'arresto fino a sei mesi, da 5.000 a 30.000 euro per le contravvenzioni punite con l'arresto fino a un anno, da 10.000 a 50.000 per i delitti e le contravvenzioni puniti con un pena detentiva superiore ad un anno che già oggi viene in realtà commutata dal giudice in ammenda. Accanto al provvedimento di depenalizzazione vera e propria è stato approvato anche un secondo decreto legislativo che abroga alcuni reati e li trasforma in illecito civile. La persona offesa potrà così ricorrere al giudice civile per il risanamento del danno. Il magistrato, accordato l'indennizzo, per alcuni illeciti stabilirà anche una sanzione pecuniaria che sarà incassata dall'erario dello Stato.
Il catalogo degli illeciti civili comprende l'ingiuria, il furto del bene da parte di chi ne è comproprietario e quindi in danno degli altri comproprietari, l'appropriazione di cose smarrite: per questo gruppo di illeciti la sanzione va da cento a ottomila euro. Raddoppia invece la sanzione civile per gli illeciti relativi all'uso di scritture private falsificate o la distruzione di scritture private. Sono stati esclusi alcuni reati di occupazione di beni immobili privati, che presentano una offensività elevata, quali l'usurpazione di immobili, l'invasione di terreni o edifici, la deviazione di acque e modifica dello stato dei luoghi. Si tratta di fattispecie sanzionatorie del passato che tuttavia colpiscono condotte oggi in drammatica espansione, quale l'occupazione abusiva di alloggi o case di villeggiatura. Il gettito della sanzione civile, che ha natura pubblicistica ed è devoluta allo Stato, e che si aggiunge al risarcimento del danno nei confronti della persona offesa, sarà devoluto a Cassa Ammende, e servirà pertanto a incrementare il plafond già oggi destinato a progetti di riqualificazione dell'edilizia giudiziaria e per il reinserimento sociale dei detenuti.
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