Domenica 17 Novembre 2024

Scuola, Giannini: "A settembre in cattedra 63 mila professori"

ROMA.  «Ci siamo. Il 15 gennaio, domani, entra in Consiglio dei ministri il decreto per il rinnovo delle classi di concorso. A inizio febbraio il bando sarà nero su bianco», coinvolgerà «duecentomila candidati. Uno su tre sarà insegnante a tempo indeterminato». Così, in un'intervista il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini illustra le modalità del concorso per portare «giovani docenti nelle classi elementari, medie e superiori». Il ministro definisce la tempistica - «a fine marzo prova scritta, a giugno gli orali. A settembre i vincitori in cattedra» - e sottolinea che eliminare le prove selettive ed effettuare la prova scritta tutta su computer «farà risparmiare tempo». Lo scritto, spiega, prevede «otto domande a risposta aperta, due in inglese. Le lingue straniere diventano un passaggio decisivo: se pretendiamo ragazzi con l'inglese in tasca, servono docenti preparati». La prova orale consisterà invece in «una lezione di 45 minuti in cui l'aspirante docente dovrà spiegare il metodo scelto e farsi valutare sulle lingue. In alcune materie ci sarà una terza prova di laboratorio». Ad esempio «un insegnante di musica dovrà suonare il piano e mostrare come intende trasferire il talento agli allievi. Un iscritto alla classe di concorso di storia dell'arte o delle discipline scultoree dovrà sviluppare un progetto davanti alla commissione». «Per la prima volta peseranno il dottorato di ricerca e le certificazioni internazionali sulle quattro lingue europee, inglese, francese, spagnolo, tedesco. Sulle lingue chiediamo il livello B2, il quarto su nove riconosciuti». «Il concorso è una possibilità per tutti, da prendere al volo. Diciamo che, a fianco dei 63 mila vincitori, assumeremo altri 30 mila docenti attraverso le graduatorie Gae. Lì dentro ci saranno maestre e maestri d'infanzia». Ci sarà inoltre un anno di prova in classe anche per i vincitori di concorso. «Guido un ministero di frontiera», sottolinea, «in alcuni momenti sono stata sola sul piano politico, ma non ho mai perso il sorriso. A parte gli ideologici, credo che la frattura con il mondo dei docenti si sia ricucita. Oggi la gran parte è impegnata con me ad attuare sul serio la Buona scuola».

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