Il sito Gds.it pubblica uno speciale sullo Stato che verrà, tutti i punti delle riforme costituzionali votati dal Parlamento. Proponendo anche tesi a favore o contro il nuovo ordinamento della nazione. Per partecipare al dibattito l’hashtag è #LoStatocheverrà.
Fine del bicameralismo
La riforma sancirà la fine del bicameralismo perfetto, e dunque della necessità di votazione del medesimo testo di legge da parte di Camera e Senato. A dare la fiducia al governo, approvare la gran parte delle leggi, ed essere eletta dai cittadini sarà solo la Camera, mentre il Senato avrà un ruolo minore, e sarà soprattutto il rappresentante delle Regioni e degli altri enti locali.
La composizione
Il Senato sarà composto da cento membri, di cui 74 eletti dai Consigli regionali tra i propri componenti e 21 sindaci (un sindaco per ogni Regione, scelto dal proprio Consiglio regionale), e gli altri cinque nominati dal Capo dello Stato, che resteranno in carica per 7 anni.
Eletti dalle Regioni
I consigli regionali eleggeranno i senatori, «in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri, in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge». In pratica, una legge ordinaria, successiva alla riforma, dovrà «regolare le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato», prevedendo un meccanismo, ancora allo studio, in base al quale saranno gli elettori ad indicare quali consiglieri regionali diverranno anche senatori, e poi tale scelta verrà “ratificata” dai singoli consigli regionali. I seggi saranno comunque divisi tra le Regioni in base alla loro dimensione ma ognuna ne avrà almeno due.
La Sicilia
La Sicilia avrà sei seggi, più quello spettante a un sindaco, per un totale dunque di sette.
Indennità e immunità
Ai senatori inoltre non spetteranno le indennità parlamentari ma godranno delle stesse immunità dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l'autorizzazione del Senato.
La Camera
Il voto di fiducia al governo e la competenza legislativa spettano alla Camera (sempre composta da 630 deputati), ad eccezione di alcune materie. Anche sulla legge di bilancio la Camera avrà l'ultima parola decidendo, a maggioranza semplice, di non accogliere le richieste di modifica del Senato.
Le leggi
Per approvare una legge ordinaria basterà il sì della Camera, ma il Senato avrà 10 giorni per chiedere, da parte di almeno un terzo dei suoi componenti, di esaminare il testo, cui potrà proporre modifiche entro ulteriori 30 giorni. Sarà però la Camera ad avere comunque l'ultima parola, decidendo, entro altri 20 giorni, se accogliere o rifiutare le modifiche proposte dal Senato. Per respingere le modifiche chieste dal Senato su leggi riguardanti gli enti locali la Camera dovrà esprimersi a maggioranza assoluta, semplice negli altri casi. Il Senato potrà votare anche sulla legge di bilancio, ma sarà la Camera a decidere se accogliere o meno le modifiche proposte. Ci sarà inoltre una corsia preferenziale per i disegni di legge del governo, su cui la Camera, a richiesta dell'esecutivo, dovrà votare entro 60 giorni.
Le competenze del Senato
Il bicameralismo paritario (ovvero la necessità che una legge venga approvata in modo identico in entrambi i rami del Parlamento) resterà invece per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, per quelle relative ai referendum, alle norme elettorali, alle funzioni dei Comuni, e per quelle relative alla Ue. Il Senato, che sarà l'organo rappresentativo degli Enti locali, inoltre avrà il compito di «raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica» e la possibilità di verificare l'impatto delle politiche della Ue sul territorio. Infine, concorrerà «ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del governo e a verificare l'attuazione delle leggi dello Stato».
Il Capo dello Stato
Cambiano, con la riforma, anche i quorum richiesti per l'elezione del presidente della Repubblica. Serviranno i 2/3 dell'Assemblea nei primi tre scrutini; dal quarto scrutinio sarà sufficiente la maggioranza dei 3/5 dell'Assemblea, mentre dal settimo i 3/5 dei votanti. Lo eleggeranno i deputati e i senatori, senza più i delegati regionali, già presenti nel Senato.
Giudici costituzionali
Non sarà più il Parlamento in seduta comune ad eleggere 5 giudici costituzionali, ma 3 saranno eletti dalla Camera e 2 dal Senato.
Nuove competenze Stato-Regione
Vengono attribuite maggiori competenze allo Stato rispetto alle Regioni ordinarie, che potranno anche essere commissariate in caso di dissesto di bilancio. Finisce la legislazione concorrente e sarà dello Stato la competenza sulle norme generali per la tutela della salute e per le politiche sociali (che però potrà essere devoluta alle Regioni con i conti a posto), la sicurezza alimentare, la sicurezza del lavoro, l'energia, le grandi infrastrutture e reti di trasporto.
Regioni, cosa faranno
Alle Regioni, la competenza esclusiva nell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali regionali, e potrà essere loro devoluta dallo Stato, con una apposita legge bicamerale, sempre se avranno il bilancio in regola, anche la competenza per la giustizia di pace, l'istruzione, la formazione professionale, la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, il governo del territorio, il commercio con l'estero.
«Supremazia dello Stato».
Introdotta anche una “clausola di supremazia” per lo Stato potrà riprendersi la competenza su materie spettanti alle Regioni, per la tutela dell'interesse nazionale. Fino all'approvazione dei nuovi Statuti che dovranno recepire la riforma costituzionale, inoltre anche le Regioni a statuto speciale potranno avvalersi della possibilità di ottenere una devoluzione di materie di competenza statale. Finora la possibilità di devoluzione (ovvero di cessione di competenze di materie da parte dello Stato), era limitata alle Regioni ordinarie.
Referendum
Serviranno 800.000 firme. Dopo le prime 400.000 la Corte Costituzionale darà un parere di ammissibilità.
Disegno di legge di iniziativa popolare
Salgono da 50.000 a 250.000 le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare.
Via Cnel e Province
Abolite le Province dalla Costituzione e il Cnel. Gli stipendi del presidente e dei consiglieri regionali, non potranno superare quelli dei sindaci dei capoluogo di Regione.
Leggi elettorali
Introdotto il ricorso preventivo sulle leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un quarto dei componenti della Camera. Tra le norme transitorie c'è anche la possibilità di un ricorso preventivo già in questa legislatura, quindi l'Italicum, se fosse approvato, potrebbe finire subito davanti alla Corte Costituzionale.
Stato di guerra
Non sarà più sufficiente la maggioranza semplice della sola Camera dei deputati ma servirà la maggioranza assoluta.
La norma transitoria
Entro sei mesi dall'entrata in vigore della riforma, il Parlamento dovrà varare una legge quadro per l'elezione dei senatori, ed entro 90 giorni le Regioni dovranno recepirla nei loro ordinamenti.
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