ROMA. «Da quando siamo arrivati abbiamo garantito totale trasparenza e piena collaborazione con la magistratura. Ma quello che conta non è solo il piano giudiziario. Ora bisognerà cambiare alcuni comportamenti all'interno dell'azienda.
Un' azienda realmente sana si struttura solo su valore e professionalità, e in Rai ce n'è molta, mettendo al bando furbizie e scorciatoie. Premiando il merito e non livellando tutti verso il basso».
Così la presidente della Rai Monica Maggioni in un'intervista al Corriere della Sera in cui assicura: «Nè Campo Dall'Orto nè i siamo venuti qui per firmare una Gazzetta del Palazzo». In merito alle critiche del premier Matteo Renzi, «bisogna capirsi su ciò che si intende per informazione. A volte ho l'impressione che tendiamo a cercare negatività a tutti i costi. E non è meno vero se a dirlo è Renzi», afferma Maggioni.
«Penso che il servizio pubblico debba raccontare tutte le malefatte senza censure, meno che mai politiche. Ma che occorra anche indicare vie d'uscita, soluzioni, storie positive».
Sull'informazione, «non si tratta certo di fare un tg unico. Con la sua autorevolezza, Verdelli avrà la parola definitiva e ultima sull'offerta informativa dei tg e degli approfondimenti. L'obiettivo è la costruzione di un marchio Rai declinabile nelle varie testate togliendo di mezzo un equivoco: che la concorrenza debba avvenire all'interno della Rai», spiega Maggioni.
«La presenza di un numero 1 come Verdelli mi tranquillizza». Parlando del canone, «se ci saranno risorse aggiuntive saranno destinate alla scommessa più difficile: entrare in contatto col pubblico dai 15 ai 35 anni», dice Maggioni.
«Per parlare davvero a tutti, la Rai deve essere anche sexy, per dirla all'anglosassone, cioè appetibile, attraente, piena di contenuti per tutte le fasce di pubblico». Sull'incidente di capodanno, «se qualcuno ha voluto anticipare il brindisi per far vincere la Rai negli ascolti ci saranno conseguenze molto pesanti», assicura.
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