Lunedì 23 Dicembre 2024

Inchiesta sul voto della Camorra, bufera sul M5s a Quarto

ROMA.  "Mettere la X sul Movimento 5 Stelle". Mentre prosegue l'inchiesta del pm John Henry Woodcock, la pubblicazione di intercettazioni che proverebbero il convergere dei voti della camorra sul Movimento 5 Stelle nel comune flegreo di Quarto, rialzano la temperatura dello scontro politico. Il Pd punta il dito contro la "doppia morale" grillina e invoca "chiarezza" su ipotesi "gravissime, inquietanti": la prossima settimana i Dem chiederanno di audire il sindaco M5s di Quarto in commissione Antimafia. Ma il Movimento con una nota si dichiara "parte lesa", rivendica di avere già espulso il consigliere comunale coinvolto nell'inchiesta e risponde a muso duro: "Fa ridere che il Pd, che con la mafia ci è andato a braccetto finora, si erga a cattedra morale della politica". Nelle intercettazioni rivelate da La Stampa, un imprenditore sospettato di legami col clan camorrista Polverino, Alfonso Cesarano, dà indicazioni di appoggiare al ballottaggio i Cinque stelle: "Ci siamo messi con chi vince, capito?". Il consigliere M5s Giovanni De Robbio, campione di preferenze, è indagato dalla Dda di Napoli per tentata estorsione e voto di scambio. E il Movimento lo ha espulso il 14 dicembre: "Prima - rivendica - che fosse indagato". Il sindaco Rosa Capuozzo, sentita in Procura prima di quella data, ricorda di essere parte lesa. E ribadisce di aver subito pressioni da De Robbio per assegnare lo stadio di Quarto, affidato fino ad allora a un sodalizio "per la legalità", a privati (De Robbio, secondo le indagini, ne avrebbe promesso la gestione a Cesarano). "Noi ne abbiamo invece ripreso la gestione - spiega il sindaco - per promuovere il sociale". Ma ciò non basta, secondo il Pd. "Chiariscano la natura di quei rapporti con personaggi collusi con la malavita. Non è solo questione giudiziaria: i M5s volevano pure cambiare tutto, ma i metodi scelti sembrano i peggiori possibili", dichiara il capogruppo Ettore Rosato. E la deputata Anna Ascani sottolinea la doppia morale di chi "invoca non meno della ghigliottina quando le indagini riguardano altri partiti...". "Com'era quella frase di Beppe Grillo? 'La mafia non esiste'. Chissà cosa intendesse", attacca Andrea Romano. E Debora Serracchiani affonda il colpo: "Di Maio e Fico a Quarto hanno fatto campagna elettorale a tappeto, dando lezioni di onestà. Chiariscano". La prossima settimana, annuncia Ernesto Carbone, il Pd chiederà l'audizione del sindaco Capuozzo, portando la vicenda nella commissione Antimafia. E Sinistra Italiana , con Arturo Scotto, invoca "subito una commissione di accesso in comune". Mentre Matteo Orfini osserva che il caso non è isolato: "Quando segnalai che a Ostia i clan inneggiavano al M5S, Di Maio disse che mi dovevano ricoverare. Lo disse da Quarto, dove la camorra vota M5S". "Dal 91 - ribatte il M5s con una nota unitaria - circa un centinaio di Comuni di centrosinistra sono stati sciolti per mafia e hanno il coraggio di parlare". Ma il Pd, con Alessia Rotta, fa notare che nessun parlamentare 5 Stelle ci mette la faccia firmando la nota: "Di Maio che faceva campagna elettorale ora fischietta, Fico starà in vacanza, Di Battista e la Ruocco dai loro amici a Ostia, Casaleggio nella sua azienda a epurare dissidenti, Grillo in tournèe. Si nascondono dietro alle veline anonime".

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