ROMA. «Vogliamo che l'utero in affitto diventi un reato universale. E che venga punito con il carcere. Proprio come succede per i reati sessuali». Per il leader di Ncd Angelino Alfano «la stepchild adoption rischia davvero di portare il Paese verso l'utero in affitto, verso il mercimonio più ripugnante che l'uomo abbia saputo inventare. Se l'Italia avrà una legge che consente la stepchild alle coppie gay - avverte il ministro dell'Interno in un'intervista ad Avvenire - il giorno dopo avvieremo una grande raccolta di firme per il referendum abrogativo. E io sarò in prima linea». «Ci sono due settimane di tempo, le utilizzeremo per dialogare e parlarci. Ma la nostra posizione resta scritta a caratteri cubitali: sì a una legge che preveda specifici e precisi diritti patrimoniali, no a qualsiasi assimilazione alla famiglia costituzionale. E soprattutto no all'adozione sotto qualsiasi forma», rimarca Alfano, che si dice «non spaventato» dalla prospettiva di un accordo del Pd con Sel e M5S. Il leader di Ncd assicura di non voler usare «come arma di ricatto» questo provvedimento, che «non fa parte del patto di governo», anche se, osserva, «le maggioranze variabili, in un modo o nell'altro, fanno danno alla tenuta di un governo». In tema di immigrazione, «Bruxelles deve evitare iniziative solitarie costi quel che costi. C'è la strategia dei tre pilastri da riprendere e, stavolta, attuare davvero: hotspot, ricollocamenti e rimpatri. Bisogna fare in modo che tutti accettino questo percorso», dichiara Alfano. Il ministro, intervistato anche da Qn, ribadisce quindi che l'Italia non sospenderà Schengen. Quello che stiamo facendo, ai confini con la Slovenia, è aumentare i controlli in funzione antiterrorismo». Parlando della Libia, «non possiamo permetterci di avere un vulcano in eruzione di fronte alle nostre coste», evidenzia Alfano. «Nella cornice Onu, abbiamo il dovere di contribuire insieme ad altri Paesi alla stabilizzazione della Libia assumendo anche il compito di coordinare la coalizione».