«Credo che Forza Italia debba avviare un processo di rinnovamento. Dopo 20 anni ha bisogno di una riforma della sua struttura, della sua ragione sociale per adeguarsi al cambiamento del Paese. Il problema non è certo Berlusconi, anzi resta la principale risorsa. Il tema è come deve diventare il centrodestra. Serve un complesso di regole per tenere insieme la coalizione».
Per il governatore della Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, «i partiti devono tornare a chiedere una partecipazione della società per le proprie scelte. FI ha oltre 4mila rappresentanti nelle istituzioni che devono essere chiamati in causa. Non mi riferisco alle primarie del Pd - spiega in un'intervista al Messaggero - ma ad una forma di allargamento della riflessione sì, ad una consultazione degli eletti».
Toti punta sul 2016 come «anno di svolta» per ricostruire il centrodestra. «Le prossime elezioni saranno un passaggio aggregativo per arrivare ad una federazione. Non cadono nel deserto, il nostro percorso è già stato tracciato con la foto di Bologna. Se la squadra non scende in campo unita - avverte - la
sconfitta è certa».
«FI deve allargare al centro il consenso della coalizione, rimettendo insieme i delusi e chi non va più a votare, sfruttando senza rinunciare al proprio simbolo quelle esperienze civiche che nell'esplosione della seconda Repubblica sono orfane di un centro di gravità», spiega Toti. «La Lega, invece, fa benissimo ad aggregare un voto di protesta che altrimenti andrebbe a Grillo. E anche FdI ha una sua identità chiara».
«Toti ha ragione: il centrodestra apra un cantiere per la lista unitaria e coinvolga tutti. Io sarò fedele a Silvio fino all'ultimo giorno del suo impegno politico ma Rivoluzione Cristiana lavora anche per la possibilità di correre da sola alle elezioni politiche. Il centrodestra unito è auspicabile ma non obbligatorio». Lo afferma in una nota Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia e leader di Rivoluzione Cristiana.
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