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Regione, una finanziaria di tagli e nuove tasse: cala la scure sui permessi sindacali

Passano le norme per fare cassa. Varata anche la direttiva per dimezzare le aspettative di confederali e autonomi

PALERMO. Passano le norme che istituiscono tre nuove tasse, via libera anche al taglio dei premi per i sindacalisti in aspettativa. Rosario Crocetta ha riunito gli assessori per dare l’approvazione definitiva alla Finanziaria e completare una manovra che vede il bilancio già approvato da giorni. Il tempo stringe e l’obiettivo è quello di approvare tutto all’Ars entro il 10 gennaio per evitare l’esercizio provvisorio.

Ieri gran parte della riunione è stata incentrata sui tagli alla dirigenza. La bozza originariamente presentata dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, prevedeva che chi è a capo di strutture con meno di 16 dipendenti perda la retribuzione di posizione e il premio di rendimento che possono valere anche 30 mila euro lordi all’anno. Il risparmio previsto è di 5 milioni e si aggancia a una revisione della distribuzione di tutti i dirigenti che si realizzerà nei primi sei mesi dopo che verrà completato il taglio di 600 postazioni.

Ma le polemiche che hanno accompagnato il cammino della manovra hanno suggerito una riscrittura di queste norme, ancora non ultimata. E lo stesso vale per l’altra proposta, quella di tagliare la liquidazione correggendo al ribasso i parametri su cui è calcolata.

La scure su aspettative e permessi retribuiti

La Regione si prepara a dimezzare le aspettative sindacali e a ridurre del 60% i permessi retribuiti. È un giro di vite previsto dalla Finanziaria del 2015 e invocato da anni dalla Corte dei Conti ma le principali sigle sono già pronte allo scontro. Anche se questa volta Palazzo d’Orleans ha armi più appuntite rispetto a quando fu avviata la trattativa per la mobilità obbligatoria, che durò oltre due mesi e fallì.

Le direttive per il giro di vite su aspettative e permessi sono uno dei primissimi atti del neo assessore al Personale, Luisa Lantieri. Il testo approvato dalla giunta prevede «una riduzione fino al 50% delle aspettative retribuite» e un taglio «fino al 60% dei permessi retribuiti». In più i distacchi non retribuiti «devono avere un tetto massimo ed essere in proporzione alla rappresentatività di ciascun sindacato». Infine, il «cumulo dei permessi retribuiti può essere consentito per un massimo di 30 giorni all’anno per ciascun beneficiario».

 

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