Venerdì 22 Novembre 2024

Boschi: "Serena e determinata". Renzi: "La demogia non paga"

ROMA. Ha voluto accelerare sulla mozione di sfiducia e oggi Maria Elena Boschi si presenterà in aula, alla Camera, "tranquilla ma determinata", la descrivono i suoi. I numeri parlamentari sono inequivocabili: a votare contro saranno M5S, Lega e Sinistra Italiana mentre Fi non parteciperà al voto per non mostrare le crepe interne. Proprio per segnare la distanza da un dibattito che "non sta nè in cielo nè in terra", Matteo Renzi non sarà domani in aula ma a Bruxelles per il consiglio Ue. Il premier è convinto che la demagogia "non paga nè per il paese nè in termini di voti" ed è impegnato a girare pagina dall'assedio politico-mediatico sul caso banche. Ieri Maria Elena Boschi, l'esponente più in vista del governo dopo il premier, ha voluto mostrare con una "giornata normale" di non essere affatto preoccupata per il voto di oggi: ha fatto ieri una riunione sulla legge di stabilità e poi nel pomeriggio ha partecipato ad un convegno in cui ha difeso l'importanza della riforma istituzionale. Oggi, però, alla Camera, dove interverrà in replica al dibattito generale, dimostrerà, stando ai fatti, che l'accusa di conflitto di interessi per il decreto salva-banche è falsa. "A differenza di altri casi, come Cancellieri e Lupi - spiega un dirigente dem - per Maria Elena non c'è niente, nè un orologio nè un'intercettazione. E' tutta una strumentalizzazione politica contro il governo che finirà in niente ma che comunque renderà domani una brutta giornata". Perchè, al di là dei numeri, il Pd mette in conto lo show dei grillini e dei leghisti contro il ministro. "#BoschiACasa! Nessuna fiducia da parte degli italiani, il Parlamento ne prenda atto", chiama alle armi Beppe Grillo. A colpire, poi, la maggioranza è l'attacco che arriva da sinistra. "Da giorni avevamo chiesto chiarimenti al ministro e non sono arrivati e poi le misure decise dal governo sono largamente insufficienti", è la motivazione del capogruppo Si Arturo Scotto a favore della sfiducia. Renzi è certo che il suo ministro supererà a testa alta le forche caudine del voto. Così come difende la "trasparenza" del decreto e per rafforzare la serietà dell'arbitrato ha deciso di affidare all'Anac di Raffaele Cantone la supervisione dei rimborsi. Il teatro parlamentare di oggi sarà poi per il premier l'occasione per testare il grado di "demagogia" dei suoi principali rivali, Grillo e Salvini. E dopo l'accordo con M5S sulla Consulta, non si fa in realtà grandi illusioni di poter consolidare il dialogo con i grillini. "E' un accordo istituzionale - chiarisce - e noi siamo sempre disponibili a dialogare perchè è il momento di fare le cose, di dare un segnale ai cittadini". Dall'esito della vicenda della Corte Costituzionale, poi, il premier ha tratto anche la conclusione che con il centrodestra, a trazione Salvini, è impossibile fare intese. E la prova che Silvio Berlusconi si è fatto attrarre dal "populista" leghista Renzi la trova anche nella decisione di avallare la mozione di sfiducia contro il governo, presentata al Senato. Ma in ogni caso il leader Pd lascia una mezza porta aperta: "Bisogna capire se ci sono ancora i moderati nel centrodestra. Più che discutere dei posti si mettessero d'accordo: se non scelgono la linea demagogica ed estremista di urlare contro tutti ma perdendo voti, siamo sempre pronti ad avere un dialogo, restando in alternativa".

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