FIRENZE. C'è voluto l'intervento di Matteo Renzi per scaldare gli animi dei 'leopoldini', quest'anno meno facili agli entusiasmi anche durante gli interventi dei ministri. Magari anche l'attesa un po'troppo lunga all'ingresso, per i controlli accurati con tanto di metal detector, smorzava l'entusiasmo. Per tanti, forse, la vera novità della Leopolda 6, il 'question time' dei giovani con i ministri, è piaciuta meno dei tavoli di discussione dell'anno passato. Ma complessivamente il format ha retto, anche se lo sprint è arrivato solo con l'intervento del leader. Non che mancasse la voglia di partecipare, le presenze registrate in 3 giorni sono state oltre 24 mila (quasi 5 mila in più rispetto al 2005), di salutare i vecchi amici, di provare a fare un selfie con uno dei big presenti e, se possibile, con lo stesso presidente del Consiglio, ma gli animi non sembravano riuscire a scaldarsi. Solo Maria Elena Boschi, arrivata sabato sera, anche per l'attesa cresciuta dal primo giorno, ha strappato un'ovazione. Applausi e risate in sala ai video dove protagonisti erano Matteo Salvini, Renato Brunetta, o vecchi spezzoni di film con Troisi e Alberto Sordi. Proprio i video al posto delle slide sono stati l'altra novità, questa davvero apprezzata. Qualcosa è poi cambiato ieri. Lo si è capito fin dal primo intervento, quello di Raffaella Crispino, membro dell'Assemblea nazionale del Pd, che ha fatto crescere l'attenzione rivendicando la sua appartenenza al Partito democratico, le critiche alla minoranza dem. Temi che fin da venerdì sera sembravano tra i pochi capaci di far salire l'applausometro. E il comunicatore Renzi l'ha colto al volo. Uno degli applausi più lunghi gli viene tributato quando rivendica l'appartenenza al Pd: "Noi la bandiera l'abbiamo tatuata sul petto". E quando richiama il ruolo dell'Italia in Europa sui migranti e dice di essere pronto a perdere punti nei sondaggi su questo, "ma non la faccia". Fuori dalla vecchia stazione, tornata anche quest'anno a essere luogo della politica, varie manifestazioni hanno cercato di far giungere l'eco all'interno. Qualcuno è salito sul palco, davanti al quale in prima fila oltre ad alcuni big del Pd c'erano la moglie di Renzi, Agnese, e due dei suoi tre figli. Altri, come gli obbligazionisti che hanno perso i propri risparmi, hanno chiesto e ottenuto di incontrare il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Un incontro non si nega a nessuno, o quasi, soprattutto se si è disposti "a fare le cose in grande o ad andare a casa", come dice il titolo della sigla di chiusura della Leopolda 6, "Go Big or go home", la recentissima hit degli American Authors diventata un po' il motto di questa sesta edizione.