ROMA. Sempre che il ballottaggio del 13 dicembre ne confermi la portata, il clamoroso risultato del Fronte Nazionale di Marine e Marion Le Pen - primo partito di Francia alle Regionali con il 29,5% - genera nel centrodestra italiano riflessioni ed auspici. Comune la soddisfazione per la sconfitta dei socialisti di Hollande, punito dal marcato spostamento a destra a 3 settimane dagli attentati di Parigi,
che viene vista come campanello d'allarme per il premier Renzi.
La lega Nord di Matteo Salvini riceve la legittimazione del numero due del FN, Florian Philippot: «con Salvini, il nostro grande alleato in Italia, condividiamo la grande lotta per il ritorno della sovranità nazionale, contro l'immigrazione e contro l'Unione europea». Salvini si spinge perciò fino ad usare il 'noì: «Ora in Francia tutti si metteranno insieme: centro, sinistra e destra, sopra e sotto, tutti uniti contro Le Pen ma si sbagliano facendo così. Non ci fermeranno. E non ci fermeranno con le pseudo analisi fatte di insulti e di accuse false e ridicole di razzismo e xenofobia». Quindi l'annuncio, per gennaio, della presentazione con la Le Pen della «nostra
proposta per una Europa alternativa alla Merkel, a Renzi, ai banchieri, ai potentati economici».
Per Forza Italia il vento del cambiamento che soffia forte in Francia sarà utile alla battaglia per mandare a casa il governo Renzi e ridare ad un centrodestra unito la governance del Paese. «Mentre in Francia non è possibile l'unità del centrodestra fra Sarkozy e Le Pen, in Italia l'alleanza si è già ricostituita, dalla manifestazione di Bologna, fra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, grazie al presidente
Berlusconi, Salvini e Meloni», ragiona Deborah Bergamini.
«Marine Le Pen ha riacceso la fiamma della speranza in Ue, anche l'Italia ne avrebbe bisogno», è il sogno, forse autoreferenziale, di Daniela Santanchè, mentre per Mara Carfagna «dobbiamo farci interpreti dei bisogni degli italiani fornendo soluzioni serie e concrete» a partire dalla sicurezza.
La vittoria di un partito che in Francia è la casa della destra estrema dà vigore anche alla destra italiana: da Francesco Storace a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. «La vittoria del FN segna il fallimento delle politiche europee ed è un insegnamento per tante realtà e movimenti che fino ad ora sono stati definiti populisti o irresponsabili ma che sono stati gli unici così responsabili da dire le cose come stavano». Per una destra più moderata parla Gianfranco Fini, leader di Msi, poi di An e infine di Fli: «Il successo lepenista va capito, non demonizzato, non si può liquidare come estremista o populista; è di certo antieuropeista, e ciò deve rappresentare per la destra italiana il vero problema».
Per i grillini di M5S, invece, la destra populista ed antisistema delle due Le Pen somiglia molto di più al movimento pentastellato italiano: non è nè destra nè sinistra, ma la risposta nuova al vuoto del sistema, che i cittadini travolti dalla crisi e dal terrore hanno premiato «in un clima di sdegno generale».«In Italia - dichiarano perciò in una nota congiunta i gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle - c'è un movimento che ha saputo porsi come portavoce naturale della cittadinanza. Oggi siamo noi l'antidoto ai fondamentalismi, anche a quelli europei, che nascono e proliferano in casa nostra».
A sinistra infine l'ex premier Enrico Letta pensa che «Il risultato delle elezioni francesi era già da mesi nei sondaggi: è un no radicale alla politica tradizionale, come da noi». Ma per Sandro Gozi, sottosegretario Pd agli Affari Ue, «Proprio alla luce del voto d'Oltralpe, dobbiamo procedere con più decisione sulla via delle riforme intraprese».
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