ROMA. In questi anni sta emergendo come l'Europa non ha solo «nemici esterni» ma «anche nemici interni: il nazionalismo, la xenofobia, il populismo. La Corte europea dei Diritti dell'Uomo non deve rimanere sentinella solitaria». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al convegno per il 65/o anniversario della firma della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. «È necessario - ha sottolineato il Guardasigilli alla presenza del capo dello Stato Mattarella - riprendere il processo di adesione dell'Ue alla Cedu, avendo cura di preservare le specificità del diritto dell'Unione Europea». «L'Italia negli ultimi anni è risultata il Paese con il maggior numero di casi di violazione dei diritti umani» rispetto alla Cedu, specie a causa «delle maggiori criticità del settore della giustizia, sovraffollamento delle carceri e irragionevole durata dei processi, e al prodursi di un contenzioso seriale. Ma oggi il Paese sta procedendo in direzione opposta». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al convegno 'La coscienza dell'Europà, per il 65/o anniversario della firma della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Il ministro ha sottolineato come il contenzioso italiano davanti alla Corte «mostra segnali incoraggianti: se a settembre 2014 l'Italia era il primo Stato per i casi pendenti con circa 17 mila ricorsi, oggi abbiamo più che dimezzato la dimensione del contenzioso». Il nostro Paese, ha ricordato il ministro, ha colto l'occasione «della sentenza pilota Torreggiani per andare al di là del parametro dei tre metri quadri da garantire a ciascun detenuto» nelle carceri «e ripensare l'intero modello di detenzione». Il Guardasigilli ha anche rimarcato che sono «in itinere misure volte a rendere più agevole e veloce il processo e per risolvere i problemi legati a ricorsi ripetitivi nei settori delle confische, degli espropri e delle pensioni».