
ROMA. Io leader del Movimento? «Sono lusingato, anzi la parola giusta è onorato, del consenso che mi attribuiscono i sondaggi, ma sono sicuro che il Movimento sia più forte di ognuno di noi. Che sia il simbolo a tirare». Lo dice Luigi Di Maio (M5s).
«Che non siamo un fuoco di paglia non lo dicono solo i sondaggi. Sono i cittadini a percepire che grazie a noi sta scomparendo lo spread tra le parole e i fatti, quello spread che il governo Renzi contribuisce a innalzare», spiega. «Sul blog oggi (ieri, ndr) abbiamo ricordato come da quando abbiamo cacciato Silvio Berlusconi dal Senato sia iniziato il suo declino. Il suo è un partito personale, noi invece siamo una forza il cui fondatore ha deciso di togliere il nome dal simbolo. Stiamo crescendo, il Movimento non dipende da nessuno. Tanto meno da me».
«Noi stiamo semplicemente mettendo fine ai clientelismi e ai privilegi mantenuti dal Pd», aggiunge. «I partiti e i sindacati che hanno fatto le schifezze - e che forse oggi temono di finire sotto inchiesta - sappiano che non ci intimidiranno mandando qualcuno a lasciare sacchetti di spazzatura per le strade. Farò subito un'interrogazione al prefetto di Livorno e al ministro dell'Interno per chiedere di precettare chi non sta lavorando, chiediamo che il servizio essenziale venga svolto come dev'essere».
2 Commenti
Stefano
01/12/2015 10:03
Non saprei come commentare... Sentir dire da un uomo politico che il movimento e/o il simbolo vale più di una persona mi fa paura. Cambiando la parola "simbolo" con "partito" viene fuori quello che dicevano i socialisti dell'Unione Sovietica prima di fucilare un "nemico dello stato". Forse sarebbe il caso di fare un piccolo passo indietro, e ammettere che la gente ha fiducia nelle capacità di un uomo (in questo caso Di Maio) e lasciare perdere importanze date a nomi, simboli, dottrine e quant'altro che in passato hanno solo giustificato le peggiori schifezze che uomo abbia mai fatto. Diamo fiducia a persone "vere", mai a partiti politici per favore...
giovanni
01/12/2015 10:13
Prima critichiamo i partiti personali (Forza Italia e Pd ne sono l'esempio) perchè si arriva alla deriva autoritaria!! Di Maio dice che il Movimento (non parla di partito) è più importante dei nomi, una dimostrazione di modestia, per carità non conosco il personaggio personalmente e non so quanto sia veritiero però ci può stare, è meglio dire "comando io???". Non sono di parte, sono un apolitico, però mettiamoci d'accordo, da palermitano dico "nè larga vi trasi ne stritta vi viene"!
http://www.laguerradipiero.it/time/
01/12/2015 10:45
Caro Stefano, Come vedi diciamo le stesse cose e, credimi, sono molti quelli che la pensano come noi!....
Stefano
01/12/2015 19:48
Probabilmente sono stato frainteso... mi spiego meglio: il M5S, senza le persone che ci lavorano dentro, è niente. Di Maio sarebbe piaciuto anche se avesse lavorato per un movimento chiamato diversamente. Il problema che pongo io è questo: se smettiamo di valutare l'operato delle PERSONE (Di Maio, Salvini, Renzi ecc.) per valutare i partiti come dottrine scese dal cielo senza che nessuno possa fare niente per cambiarle/gestirle/adattarle ecc. secondo me, è un problema. I partiti "ad personam" non piacciono neanche a me caro Giovanni, ma il mio commento riguardava un altra cosa.
http://www.laguerradipiero.it/time/
01/12/2015 10:13
I simboli non parlano e proprio per questo possono essere interpretati secondo le convenienze, mentre gli individui rispondono per i loro comportamenti. Nella fattispecie, il simpatico e affidabile Luigi Di Maio - pur nei suoi limiti "gerarchici"! - dovrebbe fare lo sforzo di capire che gli elettori, piuttosto che continuare a votare dei simboli che nel corso degli anni li hanno profondamente delusi, almeno questa volta, potrebbero scegliere di dare il loro consenso a persone ben conosciute ed apprezzate, come lui stesso, Alessandro Di Battista, Danilo Toninelli, Paola Taverna, Barbara Lezzi etc...etc…, e non a degli sconosciuti imposti dall'alto di una chiacchierata dirigenza (Grillo-Casaleggio)