PALERMO. Anche se alla fine il Crocetta quater è nato, il gelo dei renziani verso il presidente resta intatto. E nel Pd, che ieri ha dato vita a un tutti contro tutti, si dovrà lavorare per raccogliere i cocci. Le correnti del Pd restano l'una contro le altre armate. Giuseppe Lupo ha ostinatamente rifiutato di entrare in giunta e ora viene accusato di aver guardato più a interessi pratici che di partito: il mantenimento della poltrona da vice presidente dell' Ars e il contestuale controllo di un assessorato. Lupo martedì ha subito l'esclusione della sua area a vantaggio di Antonio Fiumefreddo ma mercoledì notte ha «conquistato» un posto per Anthony Barbagallo, giovane deputato etneo. Lupo fino all'ultimo ha tentato di ottenere l'assessorato ai Beni Culturali ma poi ha dovuto accontentarsi di quello al Turismo, di fatto scalzando Cleo Li Calzi, tecnico vicino a Cracolici. Lupo la vede così: «È vero, ho sempre chiesto i Beni Culturali ma poi ho rinunciato per facilitare l'accordo con i centristi che avevano preso quella delega. Un gesto di responsabilità apprezzato da Crocetta, dal Pd e dagli alleati». Cracolici la vede diversamente: «Nasce un governo dalla forte connotazione politica che guarda al 2017. Io ci metto la faccia. Non accettare questa sfida sarebbe stato un atto di codardia». Lupo ha risposto su Facebook: «Dimostra vero coraggio chi dà spazio alle persone in cui crede per la crescita della squadra».