ROMA. Alfredo D'Attorre, Carlo Galli e Vincenzo Folino escono dal Partito democratico. Lo ha annunciato il bersaniano D'Attorre nel corso del suo intervento davanti all'assemblea dei parlamentari Pd. "Il Pd così non regge - ha detto -: il processo di distacco è destinato ad accentuarsi nei prossimi mesi. Renzi ritiene che la sinistra non abbia possibilità, ma io ritengo che non ci sia spazio per la sinistra nel Pd". E aggiunge che secondo lui "altri lasceranno". "Sabato 7 novembre al teatro Quirino lanceremo l'inizio di un nuovo percorso a sinistra" ha spiegato D'Attorre ai giornalisti che lo hanno interpellato all'uscita dalla Camera dopo l'annuncio del suo addio al Pd. Il bersaniano spiega che con i colleghi Galli e Folino aderirà all'iniziativa di Sel e Fassina per nuovi gruppi parlamentari della sinistra. A chi gli fa notare che l'ex dem Pippo Civati si è tirato fuori, risponde: "Anche se non aderirà subito ai gruppi, credo che con Civati le strade si incontreranno". "La vicenda Marino è il segno di come viene gestito il Pd: senza organi democratici, con decisioni del segretario che devono essere eseguite da tutti", denuncia D'Attorre. "Per me è un giorno amaro perché non avrei mai immaginato di dover prendere, dopo lunga riflessione e tormento, la decisione di lasciare il Pd. Ma questa sera Renzi è stato molto chiaro: sulla Legge di Stabilità saranno possibili solo modifiche di dettaglio e non certo sull'impianto. Ha fatto capire che ad un certo punto metterà la fiducia, dunque non c'è spazio che risponda alla profondità delle critiche".