ROMA. «La mafia è in ginocchio. Non è ancora morta, ma ora è davvero in ginocchio, senza fiato, in agonia...». Così il ministro dell'interno Angelino Alfano, che in un'intervista ad Avvenire sottolinea: «stiamo vincendo la battaglia. Perchè la società civile, mai come ora, è con noi, e mai come ora si fida dello Stato». «Imprenditori e commercianti - dice commentando l'operazione Reset 2 contro il racket delle estorsioni - hanno alzato il muro e hanno gridato il loro no a Cosa nostra. Oggi la voglia di riscatto di gente per bene prevale sulla paura; la legalità vince sull'omertà».
Il ministro lancia poi un messaggio agli imprenditori tuttora vessati dal racket e che non trovano ancora il coraggio di denunciare: «dico: fidatevi dello Stato. È in grado di prevenire le intimidazioni, di proteggere chi denuncia e di punire chi crede che sia ancora il tempo del racket e delle estorsioni». «Chi ha coraggio di denunciare - assicura il leader di Ncd - verrà premiato. Abbiamo già fatto scelte che vanno in quella direzione, come il rating di legalità, le white list o le interdittive antimafia. Sono paletti che determinano un primo slalom per coloro che sono in grado di operare sul mercato legale e non su quello della connivenza coi mafiosi».
«Ma non basta. Ora siamo pronti a mandare a quegli imprenditori nuovi segnali. Uno su tutti: chi denuncia dovrà avere una corsia preferenziale per l'assegnazione degli appalti». Il ministro torna poi su Roma e sugli appalti per il Giubileo: «il modello è quello» di Expo, «garantire legalità negli appalti senza bloccare i lavori». «Visto com'è andata Expo, credo che chi vuole ottenere illeciti guadagni si terrà ben lontano dal Giubileo. Che nemmeno ci provi, perchè troverà ogni accesso sbarrato».
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