Sabato 28 Dicembre 2024

Scarpinato: "La politica aiuta i corrotti"

ROMA. «Abbiamo una giustizia penale che  pesta acqua nel mortaio con gran spreco di risorse e nessuna  reale efficacia dissuasiva. Su un piatto della bilancia, la  certezza di arricchirti a spese della collettività, sull'altro  piatto il rischio, se ti scoprono, di subire un processo  destinato a un nulla di fatto per prescrizione. Se sei proprio  sfortunato, il peggio che può accaderti è che una volta la  settimana vai a passare qualche oretta a fare assistenza agli  anziani. Se poi non sei uno sprovveduto e non tieni il malloppo  sui tuoi conti bancari, non rischi neppure la confisca». Così  Roberto Scarpinato, procuratore generale a Palermo, in  un'intervista al fatto Quotidiano. Tutto ciò «è frutto di una politica criminale fallimentare  che in quest'ultimo quarto di secolo ha ruotato intorno a una  triade micidiale: minimizzazione delle pene edittali per i reati  dei colletti bianchi, prescrizione breve, processo lungo», dice  Scarpinato, secondo cui «oggi in Italia il processo penale è una  gara truccata a favore degli autori dei reati». «Sempre più  spesso - aggiunge - si assiste al fenomeno del concorso esterno  di mafiosi negli affari sporchi dei colletti bianchi».     «Se avessimo dovuto combattere la mafia con gli stessi  strumenti disponibili contro la criminalità dei colletti  bianchi,  oggi la mafia signoreggerebbe da Bolzano a Palermo», afferma  Scarpinato. Di soluzioni «ce ne sono molte, ma tutte  impraticabili per insuperabili resistenze politiche. La più  semplice consisterebbe nell'includere i reati contro la P.A.  nell'elenco previsto dall'art.157 del codice di procedura penale  che prevede un raddoppio dei termini di prescrizione».

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