ROMA. «Hanno fatto credere ai cittadini di voler allontanare la politica dalla Rai, ma alla prova dei fatti, il risultato è esattamente il contrario. È il modo di operare di questo governo. Nulla cambierà per il servizio pubblico con la riforma della governance Rai voluta dal premier. Anzi si peggiora ulteriormente».
È quanto si legge in un post sul blog di Beppe Grillo, lanciato su Twitter con l'hashtag #dittaturai. «Con la Gasparri i partiti sceglievano gran parte dei membri del consiglio di amministrazione Rai - scrivono i deputati Roberto Fico, Dalila Nesci, Mirella Liuzzi e Simone Valente -. Adesso con la riforma in discussione alla Camera accadrà la stessa cosa con l'aggravante che l'amministratore delegato Rai sarà designato direttamente dal governo. Una legislazione di questo tipo non ha pari in Europa: in un Paese democratico l'indipendenza del servizio pubblico viene tutelata a ogni costo, specialmente rispetto al potere esecutivo».
«Gli uomini del Bomba si prendono tutto - proseguono - Il presidente del Consiglio ha bisogno della televisione. Ha fatto in modo di eleggere nel CdA personaggi come il suo ex spin doctor e l'assistente di un parlamentare del proprio partito; ha posizionato ai vertici della tv pubblica come direttore generale uno degli animatori della propria convention, la Leopolda; e ora si appresta ad accentuare il peso del governo in Rai. Il suo disegno è chiarissimo e va visto in una prospettiva più ampia che abbraccia la riforma costituzionale e la legge elettorale. Un filo rosso lega i tre provvedimenti: sono i tasselli di una nuova forma di concezione del potere che tenta di comprimere oltre ogni limite il principio pluralistico».
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