PALERMO. “Per me la giunta è già azzerata. E il nuovo governo va chiuso entro due o tre giorni, diciamo nel fine settimana. Altrimenti decido io da solo. Perché non c’è situazione peggiore di quella degli ultimi tre mesi, in cui si è parlato solo di rimpasto. Invece noi dobbiamo risanare i conti e avviare le riforme senza fibrillazioni”: Rosario Crocetta è pronto a togliere deleghe e poteri agli assessori. Con qualche eccezione: “Non voglio creare paralisi amministrativa. Se qualche assessore ha incontri fissati col governo nazionale o scadenze che non può rispettare senza il potere di firma, allora manterrà la delega per portare a termine il lavoro”. Ma è un Crocetta determinato a risolvere i problemi politici, quello reduce dal primo confronto con Guerini dopo mesi di gelo col Pd nazionale: “Mi prendo 24 ore per verificare tutte le questioni politiche aperte. Mi vedrò con i leader dei partiti. Io dico che l’ipotesi di elezioni anticipate (messa sul tappeto dai renziani siciliani vicini a Faraone, ndr) non esiste né a Palermo né a Roma. Ma parlarne danneggia il governo e crea paralisi. Inoltre uno scontro continuo e lacerante dentro il partito non fa bene. Ho interesse che ci sia stabilità anche nel Pd”. Il segretario regionale, Fausto Raciti, è da sempre contrario a elezioni anticipate ha convocato il gruppo parlamentare e la direzione regionale per decidere se riconsegnare a Crocetta una squadra di assessori del Pd. Crocetta si riserva di valutare se saranno ancora 5, come adesso. Nel caso contrario è probabile che a Faraone venga chiesto di ridimensionare la sua rappresentanza (oggi sono in tre) e ciò meette a rischio il ruolo di Alessandro Baccei all’Economia. Ma Crocetta – che conferma di voler confermare la rappresentanza di Pdr e Sicilia Democratica – dice di voler “valutare tutte queste cose col partito”. Pur ammettendo, il presidente, che “anche l’allarme sui conti ha creato sfiducia negli operatori mentre il nostro compito è infondere ottimismo”. E poi, tornando a parlare di elezioni anticipate, Crocetta aggiunge: “La grande politica non si tira indietro davanti alle difficoltà. Le affronta e le risolve. Non scarica i problemi su chi verrà dopo”. Il presidente scommette su un nuovo patto con Pd e Udc, probabilmente anche con Ncd e per questo motivo l’obiettivo finale dell’azzeramento e della formazione del nuovo governo è che “si torni a parlare dopo di elezioni anticipate. Sarebbe disgustoso. Qualcuno pensa che questa sia una prova muscolare ma io non sono mai stato così freddo come in questi giorni. Voglio solo dar vita a una squadra coesa. Come nel calcio, anche in politica vince la squadra e pure le riserve devono essere all’altezza mentre non servono i giocatori individuali”.