"La legge Severino è legittima", la Consulta rigetta il ricorso del sindaco di Napoli De Magistris
ROMA. Con la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare infondata la questione sollevata sulla legge Severino, si riapre una partita che ha toccato soprattutto tre uomini politici: il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e l'ex premier Silvio Berlusconi. La decisione della Corte dovrà essere formalizzata, prima di tutto, in una sentenza, che dovrà poi essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Solo dopo questo passaggio - che richiederà 20 giorni, un mese - la sentenza sarà efficace. Ma per de Magistris un primo passaggio essenziale è legato al processo penale, che ora è in corte d'appello: già domani potrebbe arrivare una decisione. Se sarà ribaltata la sentenza di condanna di primo grado, la sospensione non ha più ragione d'essere. Ma il reato è prossimo alla prescrizione e quindi anche con una sentenza che affermasse il non luogo a procedere, gli effetti della sospensione cadrebbero. Sul piano costituzionale, però, l'iter ha ancora risvolti importanti. «Innanzitutto il Tar Campania, che ha sollevato la questione di costituzionalità nell'ambito del ricorso de Magistris, se anche riassumerà il giudizio, dovrà dichiararsi incompetente, perchè le Sezioni unite della Cassazione - spiega uno dei legali di de Magistris, l'avvocato Giuseppe Russo - hanno stabilito che non spetta al giudice amministrativo, ma a quello ordinario decidere dell'applicazione della legge Severino». Ma un giudizio pende anche di fronte al tribunale civile, che di fatto, esattamente come aveva fatto il Tar, ha bloccato gli effetti della sospensione dalla carica di sindaco per de Magistris in attesa di sapere cosa decidesse la Corte Costituzionale; ma a differenza del Tar non ha sollevato una questione di costituzionalità. «Venerdì 23 ottobre - prosegue Russo - è già fissata un'udienza. Il tribunale deve decidere se modificare o revocare lo stop alla sospensione di de Magistris, deciso in attesa della Consulta. È possibile che venerdì ci si aggiorni in attesa del testo della sentenza della Corte Costituzionale. Quando, sentenza alla mano, il tribunale assumerà una decisione, in quella sede potremmo fare istanza perchè il tribunale risollevi questione di costituzionalità sulla legge Severino, ma facendo leva su altri presupposti. Per esempio l'eccesso di delega che, secondo noi, si riscontra nei decreti attuativi della Severino e sull'automatismo previsto dalla legge nella applicazione della sospensione». L'eccesso di delega è argomento su cui il Tar Campania non ha puntato quando ha trattato il caso de Magistris, e su cui si è invece focalizzato il tribunale civile quando ha affrontato il caso De Luca, anch'esso destinato ad approdare in Corte Costituzionale. I legali del governatore della Campania, infatti, lamentano che l'inserimento del reato di abuso d'ufficio tra quelli di grave allarme sociale per cui scatta la sospensione, come previsto in uno dei decreti attuativi della legge Severino, debordi dai confini imposti dalla stessa delega. Ed è un argomento che anche i legali di de Magistris potrebbero usare. Se la loro futura istanza per una questione di costituzionalità fosse accolta, le questioni de Magistris e De Luca potrebbero ritrovarsi riunite davanti alla Corte Costituzionale. Di fatto, però, la vicenda de Magistris appare destinata a passare, per così dire, in secondo piano rispetto a quella del governatore della Campania. Sia per effetto della prescrizione, come si è detto, sia perchè in primavera si voterà a Napoli per un nuovo sindaco. È ancora aperta, infine, la vicenda Berlusconi, dichiarato decaduto da senatore proprio per gli effetti della Legge Severino. Ma qui le novità sono attese dalla Corte di Strasburgo, le cui decisioni potrebbero quindi avere un peso importante anche su future decisione della Consulta.