ROMA. Se i parlamentari della sinistra Pd contrari alla manovra dovrebbero lasciare il partito? «È un problema di democrazia. Il governo sta attuando misure che nessuno ha potuto votare: al momento delle elezioni i programmi del centrosinistra erano molto diversi da quello attuale di Renzi, dunque ogni parlamentare risponderà al mandato e alla propria coscienza. Non mi permetto di dare consigli, ma non so quanti siano stati eletti per portare avanti queste cose qui». Parola del leader Fiom Maurizio Landini, che in un'intervista dice: «questa manovra non affronta le diseguaglianze sociali alla base della crisi, nè il problema degli investimenti. Trovo solo molte ingiustizie». Le parole del premier secondo cui abbassare le tasse non sia nè di destra nè di sinistra, solo una cosa giusta? «È far pagare le tasse che è giusto, magari riducendole a quelli che le hanno sempre pagate, e recuperando i 120 miliardi di evasione fiscale. È giusto mantenere il principio della proporzionalità: cancellare i contributi nello stesso modo a chi possiede un castello e a chi ha un monolocale di 45 metri quadri aumenta la diseguaglianza sociale». I benefici di almeno 200-300 euro a famiglia? «È abbastanza per chi deve pagare l'affitto o i ticket, o mandare il figlio all'università? Lo chieda a queste persone qui, Renzi». Quanto al part time verso la pensione, aggiunge Landini, «è una goccia nel mare. E anche la defiscalizzazione dei bonus produttività riguarda solo il 20% delle aziende». Torna poi sulla Coalizione sociale: «nelle prossime settimane ci mobiliteremo contro questa manovra. Il progetto va avanti, facciamo incontri con Libera e altre associazioni: vogliamo unire ciò che la crisi ha diviso». Se ho intenzione di scendere in campo? «Sono in campo dall'età di 14 anni. Come sindacalista - dice Landini - sono già in campo. Nel 2018 scadrà il mio mandato, poi resto a disposizione della Cgil».