Lunedì 23 Dicembre 2024

Il Governo accelera sulle Unioni civili: ddl in Aula il 14 ottobre

ROMA. Telefoni roventi e alta tensione nella maggioranza sulle unioni civili, dopo l'accelerazione che ha portato al Senato alla presentazione di una nuova versione del ddl Cirinnà, per orgogliosa affermazione della stessa senatrice Pd senza «nessun passo indietro», nè «svendita dei diritti» come la 'stepchild adoption' e la reversibilità della pensione, nè tantomeno uno slittamento dei tempi. Nonostante la rivolta dei centristi di Ap-Ncd-Udc si dovrebbe andare in aula subito dopo le riforme, come voleva Renzi, presumibilmente il 14, con un'interruzione per la sessione di bilancio ma con il provvedimento in prima fila dopo il via alla legge di stabilità. «Inopportuna quanto intempestiva accelerazione», si inalbera il capogruppo Ap Renato Schifani. «La nuova versione è un'inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso», rincara il capogruppo alla Camera Maurizio Lupi, convinto che «il Pd, avallandola, sta sprecando un'occasione, non quella di ottenere una legge purchessia con maggioranze spurie, ma di fare assieme una buona legge». Maggioranze spurie, dice Lupi. E il tema - nei giorni in cui nuovi equilibri servono a portare al sicuro la agognatissima riforma del Senato - ritorna centrale. Denis Verdini ha già fatto sapere che sulle unioni civili Ala c'è. E l'accordo cercato nel Pd soltanto, mediando sul nuovo testo con i cattolici dem, con una sorta di 'metodo Mattarellà in sedicesimo, fa infuriare i centristi. Angelino Alfano intanto tace, rimandando a ciò che ha sempre detto: nessuna difficoltà a concedere diritti, ma niente equiparazioni al matrimonio e niente adozioni del figlio biologico o adottivo del coniuge. Invece, si indigna Maurizio Sacconi, «si ripropone la genitorialità delle coppie omosessuali e la implicita legittimazione dei figli comprati con l'affitto dell'utero di donne povere». E Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ap, affonda definitivo: «Spero che tutto il mio gruppo parlamentare ne prenda atto e si comporti di conseguenza». Accade infatti che i 'filogovernativi' di Ap assicurino che il premier «non forzerà mai la mano, sapendo bene che il 73% degli italiani non vuole le adozioni gay». Si dice pronto a sostenere il ddl invece il M5s, a patto però che arrivi in Aula il prima possibile. «Per esprimerci aspettiamo che il Pd mantenga la sua parola, incardinando il Ddl unioni civili in Aula a partire dal 13 ottobre. Se il nuovo testo Cirinnà rispetterà, come da premesse, la sostanza delle richieste dei cittadini: sia quelli che si sono espressi favorevolmente sul blog di Grillo, sia quelli che dalla società civile aspettano da anni il riconoscimento dei loro diritti, saremo pronti a sostenerlo». Lo affermano i senatori del M5s Alberto Airola ed Enrico Cappelletti.«Secondo il Pd Il ddl unioni civili verrà presumibilmente incardinato domani in commissione giustizia, per essere portato poi direttamente in aula per la discussione, sempre che interessi di potere non intervengano per l'ennesima volta a tradire gli impegni presi dal capogruppo Pd e da Renzi e mai mantenuti finora», concludono i senatori.Il

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